Si metta in calendario, entro la fine dell’anno, un’assemblea costituente di Casa Riformista aperta ai potenziali fondatori nonché a tutti i cittadini interessati. Nelle prossime settimane un comitato promotore dovrebbe raccogliere le adesioni e stimolare l’elaborazione di contributi per una piattaforma di governo che non eluda le questioni sociali e le politiche di sicurezza
Il 9% conquistato dalla lista “Casa Riformista” in Toscana potrebbe stimolare il decollo di un nuovo progetto politico nazionale. La precondizione è che la “Casa Riformista” non si traduca in un semplice cambio di nome di “Italia Viva” come in questi giorni gran parte della stampa tende ad accreditarla.
Alla Leopolda Renzi ha affermato: “Non vogliamo mettere il cappello su Casa Riformista”. Manterrà la promessa? Le notizie sulle imminenti elezioni in Veneto, Campania e Puglia non sono incoraggianti perché a quanto pare Italia Viva intende fare l’assopigliattutto.
Matteo Renzi ha ragione quando afferma che il centrosinistra non può vincere senza una consistente e autentica forza riformista che animi la coalizione. Il problema è che non sono ancora ancora chiare le sue intenzioni. Il dilemma che Renzi ha davanti a sé e deve sciogliere riguarda la futura leadership di questa area politica. Vuole essere lui il leader dei riformisti o è disponibile ad essere uno tra i leader di una nuova realtà politica. Mentre all’estero Matteo Renzi è incline e disponibile a partnership (prima Obama, poi Bin Salman, oggi Blair) in Italia invece la tendenza che ha dimostrato sin qui è quella di voler agire come solista. Da qui la diffusa e condivisibile preoccupazione di molti sulla concreta possibilità di costruire una casa riformista con il contributo di molte voci.
Diversamente dai tanti adulatori non ho mai avuto peli sulla lingua nel criticare pubblicamente Renzi per le scelte che ho ritenute sbagliate sul piano etico e politico, ma proprio per questo aggiungo che il futuro di Casa Riformista non dipende solo dai dilemmi di Renzi. Un’altra domanda da porre è la seguente: cosa hanno in mente gli altri leader nazionali potenzialmente interessati? In Toscana la lista conteneva candidati di + Europa, socialisti e repubblicani, lib-dem, dissidenti di Azione, personalità indipendenti oltre agli esponenti di Italia Viva.
L’esperienza toscana è stata indubbiamente interessante, ma di per sé certo non sufficiente. Per questo, a meno di due anni di distanza dalle elezioni politiche, servono decisioni rapide e lungimiranti.
La mia proposta è che si metta in calendario, entro la fine dell’anno, un’assemblea costituente di Casa Riformista aperta ai potenziali fondatori nonché a tutti i cittadini interessati. Nelle prossime settimane un comitato promotore dovrebbe raccogliere le adesioni e stimolare l’elaborazione di contributi per una piattaforma di governo che non eluda le questioni sociali e le politiche di sicurezza, tema quest’ultimo su cui la sinistra da anni è totalmente afona.