Con il voto schiacciante a favore della presidente e della Commissione dovrebbe chiudersi la “stagione” delle mozioni contra personam, anche in considerazione del fatto che le crisi a Gaza e Kyiv necessitano di una guida europea stabile e pienamente operativa
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen incassa la fiducia di Strasburgo e respinge così i tentativi di farla cadere. Fallisce così la spallata dei Patrioti che hanno potuto contare solo su 179 voti a favore mentre i contrari sono stati 378 e gli astenuti 37. Se anche una sola delle due mozioni fosse stata approvata, allora l’intera commissione si sarebbe dimessa, proprio in un momento complicatissimo sul piano internazionale, tra l’evoluzione del conflitto a Gaza e in Ucraina, che invece necessita di stabilità governativa e politica.
FdI si è astenuta sulla mozione di censura contro la Commissione europea presentata dai Patrioti per l’Europa, mentre hanno votato contro quella della sinistra. Si sono astenuti anche gli eurodeputati “indipendenti” del Pd Cecilia Strada e Marco Tarquinio; S&D ha votato contro le due mozioni, al pari del Ppe eccezion fatta per qualche esponente dei Républicains francesi. Ecr, come è noto, aveva lasciato libertà di voto. Tra i sì spicca quello del vicesegretario della Lega Roberto Vannacci, a differenza del resto della delegazione leghista che si è astenuta.
Soddisfatta von der Leyen, secondo cui la Commissione “continuerà a lavorare in stretta collaborazione con il Parlamento europeo per affrontare le sfide dell’Europa e insieme ottenere risultati per tutti i cittadini europei. Uniti per il nostro popolo, i nostri valori e il nostro futuro”. Sono state, quelle di oggi, le ultime di una serie di mozioni di sfiducia, dopo che la maggioranza del Parlamento europeo ha riconfermato più di un anno fa von der Leyen per la terza volta consecutiva.
Poco dopo il voto von der Leyen si è concentrata su un progetto strategico per l’Ue e l’Africa, il Corridoio di Lobito in occasione dell’incontro con il presidente angolano João Lourenço nel contesto del Global Gateway Forum. L’ha definita un’autostrada verso la crescita e l’occupazione, a proposito del collegamento ferroviario per agganciare il porto angolano di Lobito, sull’Atlantico, alle regioni minerarie del Katanga in Congo e del Copperbelt nello Zambia. Ma non è tutto, perché la presidente della Commissione europea ha poi incontrato a Bruxelles il presidente colombiano Gustavo Petro, con cui ha analizzato il futuro della Colombia alla luce della nuova progettualità europea. Del tema si discuterà infatti tra un mese in occasione del vertice Ue -Celac (la comunità degli Stati latinoamericani e dei Caraibi), in programma il 9 e 10 novembre a Santa Marta, in Colombia.