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Bruxelles prepara la sua intelligence house. Nasce il servizio della Commissione

Dietro le quinte della Commissione von der Leyen nasce un centro riservato per coordinare le informazioni sensibili. Tra ambizioni geopolitiche, rivalità interne e necessità di unirsi

Come riportato dal Financial Times, sotto la guida di Ursula von der Leyen sta prendendo forma un nuovo organismo di intelligence destinato a coordinare e valorizzare le informazioni provenienti dai servizi dei 27 Stati membri. Un tentativo di creare una cabina di regia comune in un campo finora dominato dalle prerogative nazionali.

Raccogliere, filtrare e integrare le informazioni provenienti dai servizi dei Ventisette e condividere le informazioni, in un mondo – quello dell’intelligence – in cui per ottenere qualcosa occorre dare qualcos’altro in cambio.

Una cellula riservata, non un servizio segreto

Il progetto, spiegano al Financial Times persone informate, non mira a creare un vero servizio segreto europeo. Niente agenti, niente operazioni sul campo. Sarà piuttosto una centrale d’intelligence analitica, costruita intorno a funzionari distaccati dai vari Paesi membri.
Il portavoce della Commissione lo definisce “un’esplorazione su come rafforzare le capacità di sicurezza e intelligence”, precisando che il concetto è ancora “in fase di sviluppo” e che “non esiste una tempistica definita”.

Dietro il linguaggio prudente si intravede un obiettivo politico chiaro: dare alla Commissione un ruolo più centrale nella sicurezza europea, in linea con la dottrina von der Leyen, che da tempo lavora per trasformare Bruxelles da macchina amministrativa a soggetto geopolitico.

Di necessità, virtù

Sul progetto pesa anche la percezione che l’ombrello statunitense non sia più garantito. Le dichiarazioni di Trump, e la temporanea sospensione del supporto d’intelligence all’Ucraina la scorsa primavera, hanno fatto scattare l’allarme a Bruxelles. L’Europa deve iniziare a contare su sé stessa, attraverso cooperazione e condivisione di informazioni.

Da qui la corsa a colmare i vuoti: dal “college di sicurezza” per istruire i commissari sulle questioni di intelligence, ai fondi per l’acquisto di armamenti destinati a Kyiv, fino al sistema satellitare Iris², che punta a dare all’Unione una rete autonoma di sorveglianza e comunicazione strategica. Ecco perché, se realizzato, il progetto diverrebbe presto uno dei perni per una compiuta autonomia strategica europea.

 


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