“Non è solo questione di diritti, ma di cultura”. Lo ha detto Antonella Sberna, vicepresidente del Parlamento europeo, in occasione dell’evento “La scintilla del talento e le opportunità delle donne nel mondo del lavoro – Diritti e visioni future” organizzato presso lo Spazio Sassoli in occasione della Gender equality week
Dalla politica alla giustizia, passando per il mondo dell’ingegneria, non esistono contesti in cui non sia evidente una differenza di accesso nonché di trattamento delle donne rispetto agli uomini nel mondo del lavoro. A dimostrarlo sono state le testimonianze delle donne professioniste che hanno partecipato nella serata del 6 novembre all’evento “La scintilla del talento e le opportunità delle donne nel mondo del lavoro – Diritti e visioni future” organizzato presso lo Spazio Sassoli e promosso dalla vicepresidente del Parlamento europeo Antonella Sberna in occasione della Gender equality week, di cui è responsabile, in collaborazione con l’Ufficio del Parlamento europeo in Italia.
A parlare sono i numeri, a partire da quelli elencati da Alberto Del Noce, avvocato e presidente dell’Unione nazionale camere civili. “Se è vero che il tasso di occupazione complessivo è ai massimi storici in Italia, 62,7%. settembre 2025, l’indice Eige – il Gender equality index europeo – ci mette al quattordicesimo posto perché la media è 71 su 100 e noi siamo a 69,2”, ma non solo. “C’è una buona partecipazione delle donne nelle imprese, ma quando si va a guardare i ruoli apicali, le donne sono pochissime. Questa è la differenza tra essere presenti e decidere. Nel mondo decisionale, gli uomini fanno ancora fatica a capire i talenti”.
Numeri, quelli citati da Del Noce, che trovano conferma anche dalle parole del presidente dell’Inps Francesco Maria Chelli, in audizione presso le Commissioni riunite Bilancio di Senato e Camera, in merito all’attività conoscitiva preliminare all’esame della Legge di Bilancio, sempre nella mattina di ieri. “L’Italia – ha detto Chelli – presenta ancora condizioni di svantaggio per le donne e i giovani, in particolare nel Mezzogiorno, legati soprattutto alla difficoltà di entrare pienamente nel mercato del lavoro. Come è stato spesso sottolineato, l’aumento dei tassi di occupazione per questi sottogruppi di popolazione rappresenta un fattore determinante per ridurre il futuro impatto che il declino demografico avrà sul mercato del lavoro e sul welfare”.
Ed è proprio per cercare di appianare queste differenze che sei anni fa è nata la Gender equality week, ha raccontato Antonella Sberna, per fare il punto sulle tematiche di genere ma anche per trovare delle soluzioni. “Non è solo una sfida di diritti – ha sottolineato Sberna – ma di cultura”. Come si agisce sulla cultura? “Dobbiamo invertire quello che c’è coinvolgendo la società, la famiglia, i contesti lavorativi”, ha sottolineato la vicepresidente del Parlamento europeo. “Chi ha l’onere di fare le norme deve farlo, non si può chiudere nel palazzo e scrivere regole bellissime ma inapplicabili. Questo è quello che cerchiamo di fare ogni anno con questa settimana ma anche tutti i giorni”. Il metodo scelto da Sberna è semplice: “Raccontiamo storie vere e storie positive, spiegando non quali sono gli ostacoli ma come si superano. Il nostro è un mondo complicato ma non impossibile. E questo è il messaggio che voglio mandare alle nuove generazioni. E l’Europa c’è”.
All’evento hanno preso parte anche Rita Lofano, direttrice di Agi; Maria Rosaria Covelli, presidente della Corte di Appello di Napoli e presidente dell’Osservatorio Permanente sull’efficacia delle norme in tema di violenza di genere e domestica istituito dal ministero della Giustizia. La conferma da parte di tutte le relatrici è che il mondo delle professioni vanta un numero di donne sempre più alto: magistratura, avvocatura, ambito medico, ma manca il passo successivo, la presenza nei luoghi decisionali, ai vertici. “Noi siamo donne privilegiate”, ha specificato Covelli, ricordando che soprattutto nel sud Italia c’è un’ampia quota di donne che il lavoro neanche lo cercano, per la difficoltà di conciliare lavoro e famiglia.
Ma c’è chi in un mondo a prevalenza maschile è riuscita ad arrivare, con determinazione e competenza, in cima alla vetta, come Ania Lopez, vice presidente della Federazione mondiale ingegneri, cubana di nascita e italiana (e viterbese, come sottolinea) d’adozione. Nel 2016, davanti a una platea di ingegneri uomini, ha parlato delle differenze retributive con le colleghe donne, una differenza di 200/300 euro che non può essere accettabile. E arrivare ai vertici e fare pressione sulle strutture preposte è lo strumento migliore per appianare le differenze.
Proprio sulle differenze retributive verrà recepita entro giugno anche in Italia la direttiva europea sulla trasparenza salariale (Direttiva Ue 2023/970), che prevede l’obbligo per le aziende di rendere pubblici i criteri retributivi nonché specificare le retribuzioni nelle offerte di lavoro e permettere ai dipendenti di chiedere informazioni sugli stipendi medi. Un altro passo in avanti per la parità.
















