Un confronto ospitato a Palazzo Farnese, organizzato da Sopra Steria, ha evidenziato una difesa europea in piena trasformazione, spinta dall’integrazione tra innovazione, industria e istituzioni. Tra esigenze di cooperazione, nuove minacce e un ecosistema tecnologico in rapido mutamento, voci politiche, militari e industriali hanno delineato la necessità di un equilibrio tra modernizzazione, governance dei dati e visione comune
L’incontro promosso da Sopra Steria Italia e dall’Ambasciata di Francia a Palazzo Farnese ha mostrato come la difesa europea stia vivendo una stagione in cui innovazione, governance dei dati e capacità industriali procedono insieme. La discussione tra istituzioni italiane e francesi, vertici militari e imprese ha fatto emergere un bisogno condiviso di strumenti comuni e di nuovi percorsi di cooperazione. La trasformazione digitale costringe infatti a ripensare modelli operativi e relazioni tra attori pubblici e privati, mentre la velocità delle minacce ibride e la pressione geopolitica spingono a un approccio integrato che valorizzi competenze, filiere e ricerca.
Su questa linea la ceo di Sopra Steria Italia Stefania Pompili ha sottolineato che l’innovazione nasce spesso nei punti di contatto tra civile e difesa e che le filiere legate al settore rappresentano un patrimonio nazionale, legato anche a un quadro normativo europeo che può favorire sviluppo e trasparenza. Le sue considerazioni hanno trovato sponda nell’intervento di Nino Minardo, presidente della Commissione Difesa, che ha evidenziato come le tecnologie avanzate incidano sulla sicurezza e sulla competitività, richiamando la necessità di un comando unificato per le minacce cibernetiche e di una cornice normativa più armonica. In questa cornice il generale Luciano Antoci ha richiamato l’attenzione su un’epoca di cambiamenti rapidi che impone scelte complesse e un nuovo paradigma per lo strumento militare, mentre il contrammiraglio Enrico Vignola ha insistito sulla velocità delle minacce e sull’importanza di processi integrati tra Marina e industria per evitare soluzioni destinate all’obsolescenza. Nel panel di discussione, Filippo Maria Grasso di Leonardo ha rimarcato che i dati, ormai, sono un fattore strategico e che la guerra in Europa ha rivelato l’uso militare di tecnologie nate in ambito civile, invitando a rafforzare la cooperazione per sistemi integrati. Una visione complementare è arrivata da Fausto Recchia di Fincantieri, che ha osservato come solo capacità tecnologiche elevate permettano di restare rilevanti in un contesto segnato dal ritorno della guerra e dalla minaccia ibrida, avvertendo che l’Europa rischia di non essere pronta a una difesa comune. In chiusura l’ambasciatore francese Martin Briens ha ribadito che la natura dei conflitti cambia con le nuove tecnologie e che la modernizzazione delle capacità militari richiede equilibrio tra innovazione e regolazione, sostenuto dal dialogo trasversale avviato durante i lavori.
















