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Energia, difesa e porti. L’asse Grecia-Ucraina fa bene all’Europa (garantisce Trump)

Oltre la difesa e l’energia c’è un altro elemento, particolarmente rilevante, che impatta sulle nuove catene di approvvigionamento dell’occidente e che trovano in Grecia un fulcro primario: non solo l’interesse dei grandi gruppi internazionali per i porti greci è cresciuto in maniera esponenziale, ma la posizione geografica del Paese, sull’asse cruciale Suez-Mediterraneo orientale-Europa, crea un ambiente favorevole per far incrociare flussi commerciali, energetici e marittimi

Per la prima volta l’Europa sud-orientale può ottenere gas senza chiedere il passaggio a Mosca o ad Ankara. I nuovi accordi di difesa stipulati da Grecia ed Ucraina, oltre ad aver provocato la reazione violenta russa (la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha accusato Atene di “atti apertamente ostili”, promettendo “misure di risposta appropriate”) prevedono la possibilità di una fornitura diretta di gas all’Ucraina oltre allo sviluppo congiunto di droni marittimi. Come è noto, la Grecia sta completando il Corridoio Verticale del Gas che parte dal porto di Alexandroupolis e tocca Bulgaria, Romania, Moldavia fino all’Ucraina. In questo senso il collegamento con l’Europa Centrale è fisiologico e crea un corridoio virtuoso di gnl che aggira i gasdotti russi e gli stretti turchi. Se Mosca in questo modo perderà la sua presa energetica sui Balcani, la Turchia non avrà più da giocare la carta dell’imbuto rappresentato da Bosforo.

L’ACCORDO UCRAINA-GRECIA

Energia e difesa, su questi due binari si muove l’accordo siglato tra il premier ellenico Kyriakos Mitsotakis e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky: verrà realizzata una coproduzione di droni marittimi tra Atene e Kyiv per la produzione di navi di superficie senza equipaggio nei cantieri navali greci e per i droni. Solidarietà alla Grecia dopo le minacce arrivate dalla Russia sono giunte dalla Commissione Ue: “Non sorprende che la Russia ricorra alle minacce – ha sottolineato la portavoce della Commissione Anita Harper – Certamente, siamo completamente solidali con la Grecia. Abbiamo visto anche di cosa è capace la Russia, ed è per questo che siamo con l’Ucraina”.

Non solo Russia, anche la Turchia storce il naso perché comprende di poter perdere una sfera di influenza decennale. Secondo il ministro degli Esteri di Atene sarebbero “infondate” le reazioni della Turchia alla mappa della pianificazione dello spazio marittimo (MSP) da parte ellenica. Ankara aveva parlato di “misure unilaterali da parte della Grecia” che “sono destinate a fallire e violano il diritto internazionale”. La Turchia ritiene che l’MSP greco sia in violazione della giurisdizione della Turchia nell’Egeo e nel Mediterraneo orientale. Atene rintuzza le accuse e osserva che l’aggiornamento della mappa di pianificazione dello spazio marittimo della Grecia sulla piattaforma della Commissione europea è stato effettuato in conformità con la Direttiva 2014/89, il diritto internazionale del mare e gli accordi bilaterali conclusi dal nostro Paese. “Laddove non vi sia stata una delimitazione bilaterale della Zona Economica Esclusiva i limiti potenziali più esterni sono riportati in base alla linea mediana”, affermato una nota ufficiale. “Le posizioni della Grecia sulla questione sono state ripetutamente espresse sia a livello bilaterale che nell’ambito dell’Unione Europea e delle Nazioni Unite”, ha affermato il portavoce del Ministero degli Esteri greco.

LE CATENE DI APPROVVIGIONAMENTO OCCIDENTALI

Ma oltre la difesa e l’energia c’è un altro elemento, particolarmente rilevante, che impatta sulle nuove catene di approvvigionamento dell’occidente e che trovano in Grecia un fulcro primario: non solo l’interesse dei grandi gruppi internazionali per i porti greci è cresciuto in maniera esponenziale, ma la posizione geografica della Grecia, sull’asse cruciale Suez-Mediterraneo orientale-Europa, crea un ambiente favorevole per far incrociare flussi commerciali ed energetici e marittimi. Non solo Pireo (di proprietà di Cosco Cina) è diventato il più grande porto mercantile del Mediterraneo, anche grazie alla graduale apertura del Canale di Suez alle navi più grandi: anche Salonicco sta rafforzando il suo ruolo e Alexandroupolis sta registrando un’impressionante crescita geostrategica grazie al nuovo terminale Gnl. Gli Stati Uniti in questo senso sono pivot in chiave infrastrutturale, visto che hanno ipotecato i cantieri navali ONEX a Syros e soprattutto a Eleusi, dove accanto alle classiche costruzioni navali, ci saranno impianti di manutenzione militare e infrastrutture energetiche. La Grecia, (e le riflessioni americane in questo senso lo certificano) resta la rotta più breve per servire l’Europa centrale e orientale. I finanziamenti del DFC (US International Development Finance Corporation) potrebbero presto intrecciarsi con gli interessi privati di soggetti esterni molto attenti alle dinamice mediterranee, come ad esempio società di investimenti provenienti dal golfo. Su tutto spicca la notevolissima capacità greca di ricevere Gnl americano.


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