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Giovani leader africani a scuola di transizione energetica

Open Africa Power 2025, lo spirito del Piano Mattei “tra i banchi” dei giovani leader africani. Ecco il programma di Fondazione Enel e SEforALL dedicato alla formazione sulla transizione energetica

Giovani di talento da venticinque paesi africani seduti attorno a tavoli di discussione, accanto a rappresentanti di istituzioni internazionali e accademici italiani. Un mosaico di volti, lingue e progetti che racconta l’anima di Open Africa Power 2025, il programma di eccellenza targato Enel Foundation e SEforALL, che quest’anno si è intrecciato idealmente – e politicamente – con gli obiettivi del Piano Mattei per l’Africa.

É così che i dieci Top Performer dell’edizione 2025 di Open Africa Power (OAP), hanno partecipato oggi alla cerimonia conclusiva dell’edizione corrente. Il focus dell’evento, ospitato presso la sede di United Nations Development Programme (UNDP) Rome Centre, è stato il contributo delle nuove generazioni africane alla transizione energetica e agli obiettivi del Piano Mattei per l’Africa, in un contesto di cooperazione multilaterale e formazione avanzata.

Nel corso delle sue sette edizioni, Open Africa Power ha coinvolto quasi seicento partecipanti provenienti da trentotto Paesi africani. La partecipazione femminile è notevolmente aumentata, passando dal 41% della prima edizione al 56% dell’attuale. Nel 2025 il progetto ha coinvolto ottanta giovani talenti selezionati da venticinque Paesi, con circa un terzo proveniente da Stati inclusi nel Piano Mattei per l’Africa.
L’impegno della Fondazione Enel in Africa si concentra in particolare nell’ambito della formazione sulla transizione energetica; i progetti sviluppati sono tanti, rivolti sia a figure tecniche che a profili manageriali e ad alta specializzazione, come in questo caso.

Si tratta delle eccellenze africane. Oltre la metà dei partecipanti a Open Africa Power possiede o sta completando un dottorato o un MBA.

L’appuntamento di Roma ha portato i migliori studenti a confrontarsi con centri di ricerca, impianti energetici e interlocutori istituzionali in un itinerario da Milano a Roma. L’impianto del programma è ulteriormente rafforzato dal Give Back Module, che incoraggia i partecipanti a restituire parte del bagaglio acquisito attraverso attività di mentoring, docenza o supporto a iniziative locali, trasformando la formazione ricevuta in un impatto concreto nei contesti d’origine. Elemento rilevante del percorso è l’impatto che la formazione in settori strategici come quello energetico ha sul territorio di provenienza degli studenti, in piena coerenza con lo spirito e l’approccio operativo del Piano Mattei.

L’apertura dei lavori è stata affidata ad Agostino Inguscio, Managing Director di UNDP in Italy, Giulia Genuardi, Managing Director di Enel Foundation, e Stefano Marguccio, Deputy CEO di SEforALL. Hanno seguito gli interventi istituzionali di Fabio Massimo Ballerini, della Mattei Plan Task Force presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, e di Roberto Binatti, del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. È intervenuto inoltre tramite videomessaggio Vittorio Gattari, Consigliere di Presidenza con Delega agli Affari Europei del Consiglio Nazionale dei Giovani.
Hanno partecipato inoltre, Wikus Kruger, Director del Power Futures Lab della University of Cape Town Graduate School of Business, Giovanni Bracco, Associate Professor del Politecnico di Torino, Francis Dennig, Lead in Energy Finance dell’UNDP Rome Centre, e Sokoyebom Alabi, energy and policy consultant ed ex partecipante del programma.

Primrose Vurayai è ingegnere energetico, specializzata in cambiamenti climatici. Arriva dallo Zimbabwe ed è, insieme ad altri nove colleghi, tra i premiati nel programma Open Africa Power (Oap). Per lei il senso di questo progetto è racchiuso proprio in quell’amazing, condiviso con studenti, dottorandi e ricercatori di altri paesi africani. Tra loro c’è anche Sheila Sergon, ingegnere meccanico, dal Kenya, che ha voluto ricordare come le parole chiave sono “tecnologia, infrastrutture e mercato elettrico”.
A Roma, dunque, la conclusione di una settimana trascorsa in giro per l’Italia per visitare centri di ricerca, impianti energetici e interlocutori istituzionali. “What about your dream after this experience?”, l’ultima domanda rivolta ai partecipanti. E tra le risposte più ricorrenti ce n’è una, che porta verso una visione comune: immaginare un’Africa con un approccio comparabile, anche a livello energetico, a quello internazionale.

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