Al centro dell’incontro a Scoppito, promosso da Sanofi, il ruolo del settore farmaceutico come infrastruttura strategica per la crescita del Paese. Industria, istituzioni e ricerca a confronto per sottolineare la necessità di una visione di lungo periodo, di politiche stabili e di un quadro regolatorio che valorizzi l’innovazione
L’innovazione nel settore farmaceutico non si traduce soltanto in nuovi trattamenti, ma in un moltiplicatore di crescita e sviluppo. È il messaggio emerso dall’incontro “L’impatto dell’innovazione farmaceutica per la competitività e la crescita del Paese”, organizzato a Scoppito in occasione della presentazione del Report d’impatto 2024 realizzato da Kpmg per Sanofi. L’analisi mette in luce come la filiera delle Scienze della vita contribuisca in modo strutturale alla produttività e alla coesione del territorio, evidenziando il legame diretto tra investimenti in ricerca, competenze e manifattura avanzata. Un tema oggi più che mai rilevante alla luce di uno scenario globale in rapido mutamento, e di un’accresciuta competitività industriale che vede l’Europa in mezzo fra Usa e Cina. Ma l’evento ha voluto essere anche una celebrazione del “miracolo di scienza, tecnologia e dati” che avviene a Scoppito, un miracolo “che si traduce in farmaci avanzati che arrivano in 75 Paesi dal cuore dell’Italia al mondo”, ha affermato Marcello Cattani, presidente e Ad di Sanofi Italia e Malta.
UNA LEADERSHIP DA MANTENERE
“L’industria farmaceutica è al primo posto per indice competitività a livello industriale”, ha sottolineato Fausta Bergamotto, sottosegretario di Stato al ministero delle Imprese e del Made in Italy. Questo “non significa che va tutto bene, ci sono delle debolezze dell’industria italiana ed europea: le catene del valore, le necessita di approvvigionamento dai paesi asiatici, la burocrazia italiana ed europea, processi approvativi lenti e stratificati. E un’industria che va così bene può superare queste debolezze con una forte sintesi fra pubblico e privato”, ha aggiunto. Il quadro dunque impone ad Europa (e Italia) di agire in fretta per preservare competitività e capacità di innovazione. “Rimettere nella priorità della Commissione l’industria, la ricerca e una visione competitiva del continente è essenziale”, ha sottolineato Cattani. “Dobbiamo evitare che qualcuno commoditizzi il settore farmaceutico, come sta facendo la Cina investendo miliardi e rafforzando il brevetto. L’Europa ha scelto la strada opposta, ma ora dobbiamo gestire dossier cruciali come acque reflue, Biotech Act e critical medicines”. “Abbiamo da coprire un gap importante che è quello degli investimenti in ricerca e sviluppo, che a livello europeo sono in calo”, ha osservato Pier Mario Barzaghi, partner Kpmg. “Questo comporta poco R&D, quindi calano i risultati e diminuisce il numero di brevetti, mentre in altre realtà come Cina e Usa sono in crescita. Con la velocità dei cambiamenti, come l’intelligenza artificiale, in pochi anni si perde o si acquista la leadership”. Un rischio concreto, aggravato dal peso della burocrazia, che “potrebbe portare le aziende ad andare altrove”.
FILIERA VIRTUOSA
Il comparto in Italia detiene una filiera di competenze e produzione che genera crescita e occupazione qualificata sull’intero territorio nazionale. “Oggi l’industria farmaceutica è il primo settore manifatturiero del Paese perché ha un modello di competenze costruito in decenni, distribuito da Nord a Sud, da Est a Ovest”, ha ricordato Cattani. “È la forza dell’innovazione. Innovazione che si misura in brevetti e che sta guidando la crescita dell’industria”. Un concetto ribadito da Guido Quintino Liris, senatore, membro commissione Bilancio e presidente dell’intergruppo parlamentare per le aree interne, comuni montani e isole minori: “Il Made in Italy in ambito farmaceutico sta facendo la differenza e vedendo grossi successi. Noi dobbiamo agevolare questo percorso. Investire nell’innovazione sanitaria e farmaceutica significa investire nel futuro dei territori, soprattutto di quelli interni, che possono diventare laboratori di sviluppo sostenibile e all’avanguardia”.
L’EFFETTO MOLTIPLICATORE DI SANOFI
Il Report d’Impatto 2024, realizzato da Kpmg per Sanofi e presentato a Scoppito, testimonia il valore sistemico dell’innovazione farmaceutica per la competitività e la crescita del Paese. Solo nel 2024, il contributo complessivo (diretto, indiretto e indotto) generato dall’azienda biofarmaceutica sull’economia italiana è stato di 505 milioni di euro, pari allo 0,02% del Pil. Per ogni euro investito in ricerca e sviluppo si generano quasi tre euro di beneficio complessivo per la collettività. “Il nostro impegno per l’innovazione si traduce in crescita e salute, in benessere collettivo e valore per il Sistema-Italia e l’Europa tutta”, ha dichiarato Cattani. “Il report vuole essere uno strumento di confronto e stimolo per una strategia italiana delle scienze della vita”. Il sito di Scoppito, hub biofarmaceutico ad alta tecnologia, rappresenta un modello di questa trasformazione. “Da uno stabilimento focalizzato su alti volumi e alta efficienza siamo diventati uno stabilimento di innovazione. Il segreto del successo è abbracciare il cambiamento, non temerlo ma gestirlo”, lo ha detto a chiare lettere Alessandro Casu, direttore dello stabilimento. La strategia di Sanofi integra intelligenza artificiale, modelli predittivi e realtà aumentata per ridurre i tempi di passaggio dalla ricerca alla produzione su larga scala. “Vogliamo diventare i leader in immunologia – ha spiegato Daniela Ottini, head of M&S for Specialty Care Gbu – che non significa solo battere i competitor, ma capire profondamente i meccanismi del sistema immunitario per prevenire e curare malattie terribili e modificare la natura della malattia”. Un modello che genera valore diffuso anche per l’occupazione e la formazione. Nel 2024, Sanofi ha attivato oltre 4mila posti di lavoro lungo la filiera e erogato 81mila ore di formazione, con un beneficio economico stimato in 3,8 milioni di euro.
IL VALORE DELL’INNOVAZIONE
“Quando un soggetto industriale solido è su un territorio non è solo una questione di fatturato, ma di rete, competenze e sviluppo economico. Gli effetti moltiplicatori li abbiamo visti nel dettaglio”, ha aggiunto Bergamotto. Oggi, però, ha sottolineato Cattani, il mondo “è completamente cambiato e quindi c’è un’esigenza di porre anche questo settore all’interno della strategia difesa, un settore che tocca da vicino la salute dei cittadini”. Francesco Saverio Mennini, capo dipartimento della Programmazione, dei dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del Ssn, ha evidenziato i passi che sta intraprendendo il ministero in questa direzione: “stiamo lavorando nel considerare l’innovazione non come un costo, ma come una strategia che può ridurre i costi per il Servizio sanitario nazionale. Riuscire a far accedere all’innovazione farmaceutica significa non solo migliorare la vita dei pazienti, ma anche ridurre la perdita di produttività del singolo cittadino”.
Gli elementi chiave emersi per una maggiore competitività del comparto sono visione e continuità, ma anche un cambio di paradigma regolatorio. “Dobbiamo continuare su due strade: difendere l’attrattività degli investimenti e sostenerci nel cambiamento – quel coraggio che serve rispetto al payback e a garantire un accesso più tempestivo all’innovazione”, ha aggiunto Cattani, sottolineando l’impatto delle strategie intraprese dall’altra sponda dell’Atlantico, con l’ondata di investimenti annunciati verso gli Usa dall’arrivo di Donald Trump alla presidenza: “O valorizziamo di più il frutto dell’innovazione e della ricerca, o non arriverà”.
















