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L’Italia ora conta in Europa, anche grazie all’agricoltura. La versione di Lollobrigida

Intervenendo al Formiche European Gala, al quale hanno preso parte, tra gli altri, Raffaele Fitto, Roberta Metsola e Antonio Tajani, il ministro dell’Agricoltura ha tracciato una nuova rotta per il Vecchio continente. Basta con le ideologie fini a se stesse che ostacolano la competitività. E l’agricoltore è un alleato e non un nemico

L’Europa è cambiata o, almeno, sta cambiando. Ed è anche merito della spinta italiana. Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida l’ha messa in questi termini quando ha preso la parola dal palco del Formiche European Gala, svoltosi presso la prestigiosa cornice della Galleria del cardinale Colonna, a due passi da Piazza Venezia. Ad ascoltare Lollobrigida, tra gli oltre 200 ospiti convenuti, il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola (qui l’intervista a Formiche.net) e, in collegamento da Bruxelles, il vicepresidente della Commissione Ue, Raffaele Fitto.

”Con il governo Meloni l’Italia è tornata a parlare con una voce forte e autorevole, e su questo continuiamo a lavorare. Non siamo primi, ma non siamo secondi a nessuno, e per questo in Europa ci apprezzano”, ha esordito Lollobrigida. “Negli ultimi anni l’agricoltura era stata considerata marginale e messa in discussione da politiche ideologiche. Oggi, con il vicepresidente Fitto e tanti parlamentari di ogni famiglia politica, si riconosce finalmente che sostenibilità e competitività devono viaggiare insieme”.

Secondo Lollobrigida, tutto sta nel superamento delle ideologie fini a ste stesse. “Finalmente, dopo tanti anni di ideologia, sta tornando un’Europa più pragmatica e meno ideologica. Per anni abbiamo assistito a teorie secondo le quali sostenibilità e industria non potevano andare d’accordo. Oggi, invece, sappiamo che c’è una sostenibilità che può andare di pari passo con la competitività. Quello che oggi serve e di cui abbiamo bisogno è un’Europa non ottusa ma pragmatica. E l’agricoltura è uno dei collanti di questa nuova Europa”.

Ed ecco il ruolo italiano. “L’Italia sta avendo un ruolo da ormai tre anni, la nostra nazione ha una economia forte, è una delle principali economie europee. In agricoltura è una grande nazione riconosciuta come tale. In Ue se ne erano un po’ dimenticati e lo abbiamo ricordato spiegando come nascono i Trattati di Roma, come le politiche agricole comuni devono restare una strategia comune se l’Ue vuole essere credibile. Da questo punto di vista l’Italia lo ha fatto con l’esempio, siamo il governo che ha stanziato più risorse nella storia repubblicana, ma anche con un attivismo affinché si tornasse a comprendere che l’agricoltore è un alleato e non un avversario”.


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