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Modi-Takaichi, l’asse Delhi-Tokyo che delimita l’Indo-Pacifico

Modi e la premier giapponese Takaichi hanno rilanciato la partnership strategica India-Giappone al G20, concentrandosi su innovazione, difesa, commercio e investimenti. L’incontro conferma una relazione in accelerazione, sostenuta da obiettivi economici più ambiziosi e da una convergenza geopolitica nell’Indo-Pacifico

Nel pieno dei lavori del G20, il primo ministro indiano, Narendra Modi, ha incontrato la premier giapponese, Sanae Takaichi, per la loro prima bilaterale da quando la leader nipponica ha assunto l’incarico lo scorso ottobre. Un colloquio definito “produttivo” da Modi, che ha visto i due capi di governo confrontarsi su innovazione, difesa, mobilità dei talenti e sul rafforzamento dei legami commerciali. A margine della giornata, entrambi hanno avuto anche un incontro informale con Giorgia Meloni, in continuità con il progressivo riallineamento strategico che coinvolge i tre Paesi nel quadro dell’Indo-Pacifico.

Secondo il comunicato del ministero degli Esteri indiano, la riunione ha riaffermato il valore della Special Strategic and Global Partnership tra India e Giappone: una relazione fondata su valori condivisi, “mutua benevolenza” e un impegno esplicito per un Indo-Pacifico libero e aperto. È un linguaggio che segnala la permanenza di un orientamento strategico comune, centrato sulla stabilità regionale e sulla gestione dell’ascesa cinese.

Modi e Takaichi hanno espresso l’intenzione di dare piena attuazione agli impegni maturati nel 15° Summit bilaterale, accelerando i dossier più tecnici: difesa e sicurezza, investimenti, collaborazione su intelligenza artificiale e semiconduttori, filiere dei minerali critici, infrastrutture e scambi tra Pmi. Il riferimento alla mobilità dei talenti si inserisce in una più ampia strategia giapponese per attrarre competenze e sostenere il proprio ecosistema industriale in fase di trasformazione.

Sul piano economico, l’incontro conferma la traiettoria espansiva degli ultimi mesi. La visita di Modi in Giappone, avvenuta ad agosto, ha portato alla firma di 13 accordi e al lancio di iniziative considerate “trasformative” dai due governi. Soprattutto, India e Giappone hanno adottato una Joint Vision per il prossimo decennio, nella quale si alza l’asticella degli investimenti privati giapponesi in India: dai 5.000 miliardi di yen previsti per il periodo 2022-2026 a un nuovo obiettivo di 10.000 miliardi di yen (circa 68 miliardi di dollari). La visione comune enfatizza la convergenza strategica su energia pulita e tecnologie emergenti, segmenti nei quali Tokyo vede in Nuova Delhi un partner centrale per diversificare catene del valore e ridurre dipendenze critiche.

Takaichi ha inoltre espresso “forte supporto” al summit globale sull’intelligenza artificiale che l’India ospiterà nel febbraio 2026, un segnale politico che rafforza il ruolo di Nuova Delhi come riferimento asiatico nelle policy tecnologiche.

L’impressione complessiva è quella di una relazione in accelerazione, alimentata da un contesto geopolitico che spinge India e Giappone a cooperare più strettamente. Un asse che, nel quadro del G20, trova interlocutori europei – compresa l’Italia, con Giorgia Meloni che ha avuto un bilaterale con Modi e un abbraccio simbolico con Takaichi – sempre più interessati all’Indo-Pacifico.

(Foto: X, @narendramodi)


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