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Pechino mostra la sinergia tra droni e piattaforme navali. Ecco l’ultimo test

La Cina torna a mostrare le sue ambizioni “joint” nel settore unmanned, con le prime immagini del test navale del drone elicottero Ar-500Cj che rivelano l’impiego di una misteriosa piattaforma navale sperimentale. A ulteriore riprova dell’importanza dei sistemi senza pilota nell’apparato aeronavale di Pechino

Nuovi test della Repubblica Popolare mettono nuovamente in evidenza le ambizioni di Pechino nel settore unmanned, tanto in cielo quanto in terra. Nelle scorse ora sono state infatti diffuse le prime immagini del test navale dell’elicottero senza equipaggio Ar-500Cj, immagini che mostrano anche l’impiego operativo di una delle piattaforme più curiose emerse negli ultimi anni. un’unità sperimentale definita da alcuni analisti una sorta di “mini drone carrier”. Il mezzo, caratterizzato da un ampio ponte di volo aperto, era stato varato nel 2022 dal cantiere Jiangsu Dayang Marine e finora non era mai stato visto pienamente in azione.

Le immagini sono state diffuse da Cctv-7, il canale dell’emittente statale cinese dedicato alle attività della People’s Liberation Army (Pla), nell’ambito di un servizio andato in onda il 30 ottobre. I filmati mostrano l’Ar-500Cj mentre viene movimentato e testato sul ponte della nave. Questo tipo di elicottero appartiene alla famiglia Ar-500 sviluppata dalla Aviation Industry Corporation of China, e rappresenta la variante ottimizzata per le operazioni navali, con primo volo avvenuto nel 2022. Avic ne indica possibili impieghi come piattaforma di sorveglianza e nodo di comunicazione. Le immagini del test di questo drone ad ala rotante sono state diffuse nelle stesse ore in cui veniva annunciato lo svolgimento del volo inaugurale del Boying T1400, un elicottero senza equipaggio molto simile al leggendario “Chinook” sviluppato e prodotto dalla statunitense Boeing. La spinta cinese verso velivoli senza pilota per uso navale si inserisce in una più ampia strategia nazionale: continua infatti il moltiplicarsi di nuovi droni, molti dei quali di grandi dimensioni e con particolare attenzione ai design a ala volante, un settore in cui l’industria di Pechino sta assumendo un ruolo di primo piano.

Per quel che invece riguarda la portadroni, il servizio non ha ancora identificato ufficialmente la nave, ma alcuni analisti notano come la conformazione del ponte combaci con quella di un’altra piattaforma simile lanciata nel 2022 dal cantiere Jiangsu Dayang Marine, lo stesso cantiere che ha prodotto almeno due catamarani unmanned che svolgono un ruolo di “nave-madre” per altri droni e varie chiatte specializzate, progettate per replicare minacce aeronavali, addestrare gli equipaggi e testare sistemi senza pilota.

Queste piattaforme sono state ufficialmente concepite per scopi di addestramento e sperimentazione, ma alcuni analisti ne ipotizzano potenziali ruoli operativi in combinazione con altre unità della Marina cinese (ma le dimensioni contenute del mini drone carrier limitano la possibilità di impieghi prolungati in scenari reali).

Alla luce di questi sviluppi, l’impiego di navi specializzate dotate di ponti di volo aperti appare destinato a intensificarsi. L’obiettivo è garantire un ambiente stabile, dedicato e flessibile per lo sviluppo dei futuri sistemi unmanned della marina militare cinese. Le immagini dell’Ar-500Cj a bordo del mini drone carrier sono quindi una fotografica significativa dell’avanzamento dei singoli programmi, ma anche della loro integrazione reciproca.


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