McBride spiega a Formiche.net che l’accordo di cooperazione sulle ricorrenze “è importante perché stabilisce una relazione formale per promuovere la cruciale relazione bilaterale tra Stati Uniti e Italia durante un anniversario significativo nella storia degli Stati Uniti”
L’ambasciatore d’Italia negli Stati Uniti, Marco Peronaci, ha definito la firma del Memorandum con America250 “Un’occasione per celebrare l’amicizia profonda che unisce Italia e Stati Uniti e il contributo che il nostro Paese ha dato alla formazione dell’identità americana, dalla storia dell’emigrazione agli ambiti culturali, scientifici e sociali”. Un impegno che, ha spiegato, “si tradurrà in un vero e proprio programma italiano per il 2026” – anno che si prospetta densissimo per gli Usa, che ospitano dai Mondiali di Calcio al G20. È da questa impostazione che ha preso forma la cerimonia svoltasi ieri a Villa Firenze, dove Peronaci e la presidente di America250, Rosie Rios, hanno siglato il Memorandum of Understanding che formalizza la cooperazione tra Roma e Washington in vista delle celebrazioni del 250° anniversario della Dichiarazione d’Indipendenza.

L’intesa assume un significato particolare perché collega le celebrazioni americane ai 165 anni di relazioni diplomatiche Italia–Usa, saldando il calendario del 2026 a una narrazione storica condivisa. Allo stesso tempo, la firma arriva in un momento in cui gli Stati Uniti stanno ridefinendo le proprie priorità strategiche. In questo quadro, la relazione con l’Italia viene confermata come una componente stabile dell’architettura occidentale, capace di articolarsi lungo direttrici che vanno dal Mediterraneo all’Africa e di inserirsi nella più ampia riflessione americana sulla sicurezza economica, industriale ed energetica.
Da qui si sviluppa il “programma italiano” delineato da Peronaci, che prenderà avvio già a gennaio con un evento dedicato al venticinquesimo anniversario del Memorandum sulla protezione dei beni culturali, rinnovato lo scorso 5 dicembre a Roma dal ministro della Cultura Alessandro Giuli e dalla Vicesegretaria di Stato Sarah Rogers. L’ambasciata ha annunciato iniziative che spazieranno dalla musica, con il coinvolgimento del Maestro Gianandrea Noseda, al cinema e alla scienza, fino a proposte incentrate su figure centrali della storia americana come Filippo Mazzei, sviluppate anche insieme alla National Italian American Foundation – perché la componente italo-americana è guida della formula “250/165”. Il momento più rilevante sarà una mostra di statue romane dedicate all’imperatore Traiano, pensata per evidenziare l’eredità della civiltà romana e il suo impatto sulla cultura politica occidentale.
La cerimonia di ieri è stata accompagnata da un confronto sul rapporto tra i due Paesi che ha confermato come la relazione bilaterale si muova ormai su una pluralità di livelli. Tra i partecipanti: l’Assistant Secretary per gli AffariCulturali Darren Beattie, il Presidente della Niaf Robert Allegrini, il Chairman della Niaf John Calvelli, la direttrice della National Symphony Orchestra Jean Davidson e il membro del Board del Kennedy Center Paolo Zampolli. Dopo la firma del MoU, il dibattito moderato da Anita McBride, Vicepresidente Niaf e membro della White House Historical Association, con gli interventi di Barbara Faedda, Columbia University, e Lisa Sasaki, Smithsonian Institution, ha offerto una chiave di lettura più ampia su ciò che continua a rendere unica l’amicizia tra Italia e Stati Uniti.

McBride spiega a Formiche.net che il MoU “È importante perché stabilisce una relazione formale per promuovere la cruciale relazione bilaterale tra Stati Uniti e Italia durante un anniversario significativo nella storia degli Stati Uniti.” Per questo, “il governo italiano, in particolare attraverso la sua Ambasciata e i consolati qui negli Stati Uniti, ha pianificato una solida programmazione per mostrare le significative collaborazioni multi-settoriali tra i nostri Paesi”. Che ruolo ha la Niaf? “Siamo onorati di essere inclusi nel protocollo d’intesa come unico partner istituzionale culturale e storico a sostenere questi sforzi di programmazione”.
Per McBride “Il soft power e la diplomazia culturale sono significativi per promuovere la comprensione del forte legame italiano, indiscusso, con la fondazione degli Stati Uniti fino ad oggi. I fondatori del nostro Paese sono stati fortemente influenzati dall’età italiana dell’illuminismo e la storia risuona fino ad oggi. La programmazione educativa e culturale pianificata dall’ambasciata italiana e dalla Niaf amplierà questa storia e promuoverà la sua rilevanza nel futuro”.
(Foto: X, @ItalyinUS)
















