Rabat sta progressivamente aumentando il proprio peso specifico, lo dimostra l’esercitazione che intende migliorare la capacità militare e i numerosi progetti che coinvolgono energia, geopolitica e Piano Mattei
Migliorare la capacità dei Paesi coinvolti nell’azionare operazioni combinate e interforze, oltre a contribuire alla stabilità e alla sicurezza regionali. Questi gli obiettivi dell’esercitazione militare internazionale African Lion 2026, i cui preparativi si stanno svolgendo ad Agadir fino al 12 dicembre.
Si tratta di meeting tematici alla presenza di vari rappresentanti di diverse nazioni, tra cui il Marocco e gli Stati Uniti. Ma oltre all’aspetto prettamente militare, spicca una considerazione di fondo sul ruolo del Marocco, un paese in costante progresso che presenta interessanti prospettive geopolitiche, enegetiche e diplomatiche (senza dimenticare il gancio con l’Italia rappresentato dal Piano Mattei).
GLI OBIETTIVI DELL’ESERCITAZIONE
Lo Stato Maggiore Generale delle Forze Armate Reali del Marocco ritiene che i lavori dovranno migliorare l’interoperabilità, la logistica e il coordinamento delle forze partecipanti, nei settori aereo, terrestre, marittimo e nelle operazioni speciali.
L’edizione 2026 dell’esercitazione si svolgerà dal 20 aprile all’8 maggio nelle regioni di Agadir, Tan-Tan, Taroudant, Kénitra e Ben Guerir. Questo appuntamento è ormai diventato di particolare rilevanza, dal momento che nei fatti è la più grande esercitazione militare del continente africano, in virtù della partecipazione di diversi Paesi europei e africani.
Non sfugge che l’area in cui si svolge è decisamente strategica, sia per la pressante azione di players esterni come Cina e Russia, sia per la concomitante contingenza di fenomeni di crisi come i golpe in atto in alcuni paesi africani, sia per la vicinanza con la Libia che è ancora un elemento di tensione nell’intero versante.
Entrando nel dettaglio tecnico, grande attenzione verrà riservata anche all’intelligence scientifica, alla logistica, al rilevamento autonomo del terreno, all’analisi forense e ai sistemi di supporto decisionale basati sull’intelligenza artificiale. Oltre all’integrazione aria-terra, questi sforzi mirano a convalidare le capacità in evoluzione, mantenendo al contempo standard etici e operativi.
Verrà discusso anche l’impiego di sensori terrestri e tattiche di ricognizione in coordinamento con le Forze Speciali della Brigata tunisina, in una capacità difensiva passiva e attiva. I sensori terrestri non presidiati sono disponibili in diverse tipologie, come magnetici, infrarossi e sismici, a seconda delle esigenze. Offrono una capacità di difesa mobile in profondità.
IL RUOLO DEL MAROCCO
Più in generale spicca il ruolo del governo di Rabat che può assolvere ad un doppia funzione: da un lato diventare partner ancora più strutturato nella lotta all’immigrazione clandestina attraverso un dialogo costante con il Team Europe e dall’altro essere foriero per l’Italia ed il Piano Mattei di policies ad hoc.
Il Paese sta attraversando una fase altamente positiva, come dimostra il progresso di tre punti nell’indice di sviluppo umano (IDH) delle Nazioni Unite, a causa di politiche pubbliche e di diversi programmi sociali attuati dal governo, in linea con le alte direttive del re Mohammed VI.
Secondo l’ultimo Rapporto sullo sviluppo umano 2023/2024 pubblicato dal Programma di sviluppo delle Nazioni Unite, il Marocco è passato dal 123° al 120° posto. Il paper ha inoltre evidenziato gli sforzi in corso del Regno per affrontare le disparità di genere, sottolineando l’imperativo di continuare a facilitare l’accesso delle donne all’istruzione, alle cure sanitarie e alle opportunità di integrazione economica.
Tra le iniziative strutturali marocchine spiccano quelle alla voce difesa: il Dipartimento di Stato americano ha deciso di approvare la vendita di missili Javelin e relative attrezzature per un costo stimato di 260 milioni di dollari.
La richiesta marocchina era di 612 missili Javelin FGM-148F (inclusi 12 missili fly-to-buy) e200 unità di lancio di comando leggero Javelin (LWCLU). Per l’occasione è stata creata la joint venture tra Lockheed Martin ad Orlando in Florida, e RTX Corporation a Tucson in Arizona. L’obiettivo è quello di migliorare la capacità di difesa a lungo termine del Marocco per difendere la sua sovranità e integrità territoriale.
I NUOVI PROGETTI
Uno dei progetti che tocca il Marocco è il Corridoio verde italo-marocchino che travalica il settore energetico e si intreccia con il Piano Mattei, sia per la rilevanza di Rabat come partner geopolitico e alla voce migranti, sia che come nuovo attore nella regione mediterranea.
Come è noto l’Italia sostiene il progetto del corridoio verde dell’idrogeno, che non solo rappresenta un sostanziale passo avanti nel campo dell’energia sostenibile per Roma ma anche un’opportunità concreta per rafforzare in maniera lungimirante i legami commerciali con il Marocco (anche) in chiave Piano Mattei.
La presidenza italiana del G7 e la possibilità di chiudere il “triangolo” del Team Europe dopo Tunisi e Il Cairo è concreta proprio grazie alla nuova posizione di Rabat. In sostanza il Corridoio Verde verrà connesso al più ampio progetto dell’Hydrogen Valley dell’Alto Adriatico e si pone come una nuova frontiera nel trasporto europeo dell’idrogeno, rivoluzionando l’intero panorama energetico.
















