La presidente del Consiglio prima è attesa alla Camera per le comunicazioni, poi volerà in Ue per una sessione delicatissima, con in primo piano il paniere di accordi che riguardano le ampie garanzie. Nel mezzo l’occhio vigile su come i cinque impegni presi ieri in occasione del vertice sull’Ucraina in Germania potranno combaciare con l’evoluzione delle trattative diplomatiche sull’asse Washington-Mosca-Kyiv
Prima la tradizionale colazione di lavoro tra il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e Giorgia Meloni in vista delle comunicazioni della premier al Parlamento sul prossimo Consiglio europeo dedicato all’Ucraina, alla presenza di tutti i ministri interessati. Poi domattina le Comunicazioni alla Camera dei deputati. Nel mezzo l’occhio vigile su come i cinque impegni presi ieri in occasione del vertice sull’Ucraina in Germania potranno combaciare con l’evoluzione elle trattative diplomatiche sull’asse Washington-Mosca-Kyiv.
Sono ore complesse sul fronte bellico. Da un lato c’è da registrare il favore dei leader riunitisi a Berlino sui “significativi progressi compiuti dal presidente Trump per garantire una pace giusta e duratura in Ucraina”. Per questa ragione hanno concordato di collaborare con il presidente Trump e il presidente Zelensky per raggiungere una pace duratura che preservi la sovranità ucraina e la sicurezza europea. In questo senso hanno sottolineato “la forte convergenza tra Stati Uniti, Ucraina ed Europa”. Poi dal punto di vista operativo si sono trovati d’accordo su un punto nevralgico: garantire la sicurezza, la sovranità e la prosperità dell’Ucraina è fondamentale per la più ampia sicurezza euro-atlantica. Per cui tra le due sponde dell’Atlantico resta solida la volontà di collaborare per fornire solide garanzie di sicurezza e misure di sostegno alla ripresa economica per l’Ucraina nel contesto di un accordo per porre fine alla guerra.
Le garanzie per l’Ucraina sono il clou della questione, in dettaglio riguardano: la fornitura di un supporto continuo e significativo all’Ucraina per la costruzione delle sue forze armate, che dovrebbero rimanere al livello di 800.000 effettivi in tempo di pace per essere in grado di scoraggiare i conflitti e difendere il territorio ucraino; la creazione di una “forza multinazionale Ucraina” a guida europea, composta dai contributi delle nazioni disponibili nell’ambito della Coalizione dei Volentieri e supportata dagli Stati Uniti; la creazione di un meccanismo di monitoraggio e verifica del cessate il fuoco guidato dagli Stati Uniti con la partecipazione internazionale per fornire un allarme tempestivo di qualsiasi futuro attacco; l’impegno giuridicamente vincolante, soggetto alle procedure nazionali, ad adottare misure per ripristinare la pace e la sicurezza in caso di un futuro attacco armato; l’investimento nella futura prosperità dell’Ucraina, anche mettendo a disposizione ingenti risorse per la ripresa e la ricostruzione; il sostegno all’adesione dell’Ucraina all’Unione europea.
In questo senso un passo in avanti è stato compiuto con la firma tra l’alta rappresentante Ue per gli Affari esteri Kaja Kallas e il commissario Ue alla Giustizia Michael McGrath della Convenzione che istituisce la Commissione internazionale per i risarcimenti per l’ Ucraina. Il gesto “rappresenta una tappa fondamentale negli sforzi collettivi dell’Europa per garantire responsabilità e giustizia per l’Ucraina e il popolo ucraino, assicurando che le vittime della brutale guerra di aggressione della Russia siano adeguatamente risarcite”, spiega l’esecutivo Ue in una nota ufficiale. Kallas precisa un punto: “Dopo quattro anni di guerra, oltre 200.000 edifici sono stati distrutti o danneggiati e circa 2,5 milioni di case e appartamenti non sono più abitabili: quale proprietà, quale prezzo si può attribuire all’uccisione di membri della famiglia, alla deportazione di bambini, a lesioni personali che cambiano la vita, alla violenza sessuale, alla tortura? Queste sono le domande con cui la Commissione per i risarcimenti dovrà confrontarsi nei prossimi anni”.
Quindi i numeri: l’Ue fornirà fino a un milione di euro per finanziare il suo lavoro preparatorio e nel frattempo i cittadini ucraini “possono continuare a presentare richieste al Registro”. Altro elemento che sarà al centro del vertice europeo è l’utilizzo degli asset russi. Uso completo, a metà, o non uso? Sono le tre opzioni sul tavolo Ue sugli asset russi immobilizzati dalle sanzioni europee: fuori radar al momento il prestito basato sul bilancio Ue che non gode del sostegno sufficiente.
















