La morte di un alto ufficiale dello Stato maggiore russo si inserisce in una lunga serie di omicidi mirati che suggeriscono un’escalation della guerra ombra, mentre i tentativi diplomatici mostrano segnali di rallentamento
Trecento grammi di tritolo nel quartiere di Jasenovo, nei sobborghi meridionali di Mosca, hanno nuovamente portato la guerra in Ucraina ben all’interno dei confini della Federazione Russa. Intorno alle 7 di questa mattina un ordigno collocato con un magnete alla sottoscocca della Kia Sorento del generale Fanil Sarvarov, capo della direzione addestramento operativo dell’esercito dello Stato Maggiore russo, è detonato in seguito all’azionamento del freno del veicolo, uccidendo sul colpo il militare russo all’interno dell’autovettura.
Nato nella regione di Perm nel 1969, la carriera di Sarvarov si era sviluppata prima nelle forze corazzate e poi nello Stato Maggiore, prendendo parte ai conflitti in Cecenia, Inguscezia e Siria, prima di assumere un ruolo nella cosiddetta “Operazione Militare Speciale” in Ucraina, motivo per cui è stato inserito nell’elenco dei presunti “criminali di guerra”, del portale web ucraino “Mirotvorets”. E proprio verso l’Ucraina guardano al momento gli investigatori russi, che hanno pubblicamente affermato che tra le varie piste una di quelle più attenzionata è quella di un’azione pianificata e messa in atto dai servizi segreti di Kyiv.
D’altronde, non sarebbe la prima volta. Negli ultimi anni si è consolidata una lunga scia di omicidi mirati attribuiti all’Intelligence ucraina che ha colpito figure chiave dell’apparato militare, politico e informativo russo. L’ultimo episodio risale al 25 aprile 2025, quando il tenente generale Yaroslav Moskalik, vice capo della Direzione operativa dello Stato maggiore, è stato ucciso da un’autobomba nei pressi di Mosca. Solo pochi mesi prima, nel dicembre 2024, un attentato con esplosivo nascosto in un monopattino elettrico aveva causato la morte del generale Igor Kirillov, responsabile delle unità Cbrn (Chemical-biological-radiologicla and nuclear), insieme al suo assistente.
La lista include anche il capitano di marina Valery Trankovsky, ucciso a Sebastopoli nel novembre 2024, l’ex parlamentare ucraino Illia Kyva, assassinato vicino a Mosca nel dicembre 2023, e prima ancora il blogger militare Vladen Tatarsky e Darya Dugina, figlia del celebre ideologo Alexander Dugin. Episodi diversi per modalità e bersagli, ma accomunati da una chiara escalation della guerra ombra che accompagna il conflitto russo-ucraino.
Anche la tempistica dell’attentato non sembra essere casuale. Poche ore prima dell’attentato si erano svolti una serie di colloqui a Miami che erano stati definiti come “produttivi” dall’inviato statunitense Steve Witkoff; tuttavia, la Russia ha chiuso alla possibilità di un trilaterale con l’Ucraina, raffreddando così i ritmi del processo negoziale. Collegamenti tra questi sviluppi e l’attentato di questa mattina a Mosca non sono da escludere, anche se non è detto che le due cose siano collegate.







