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Da Gibuti l’impegno italiano sul Mar Rosso (grazie al Piano Mattei)

La visita di Antonio Tajani in Gibuti rimarca il ruolo italiano di primo piano nel Mar Rosso, in un momento in cui la protezione delle rotte commerciali è priorità strategica per una serie di ragioni, economiche e politiche

Un partner regionale strategico con cui l’Italia vanta una collaborazione fattiva anche alla voce dIfesa e sicurezza. Antonio Tajani, ministro degli Esteri e vicepremier, ha visitato il contingente della base militare italiana “Amedeo Guillet”, dove operano 100 militari, e quello della fregata Antonio Marceglia, parte della Missione europea Aspides. Obiettivo, rimarcare il ruolo italiano di primo piano nel Mar Rosso, in un momento in cui la protezione delle rotte commerciali è priorità strategica per una serie di ragioni, economiche e politiche.

Sicurezza e commercio 

Prima è stato ricevuto dal presidente gibutino Ismail Omar Guelleh e dal ministro degli Esteri Abdokader Houssein Omar, con i quali ha avuto colloqui incentrati sulla sicurezza, in seguito si è spostato alla base militare italiana. L’Italia, ha spiegato il titolare della Farnesina, ha come priorità il rafforzamento dei rapporti bilaterali con Gibuti e la partnership per la sicurezza nel Corno d’Africa e nel Mar Rosso. Non va dimenticato che negli ultimi dieci anni la base interforze italiana a Gibuti ha contribuito a formare circa 9 mila operatori di sicurezza gibutini e somali. “Siamo fieri, come italiani, che le nostre navi siano state protagoniste della missione Aspides – ha osservato – e che queste non abbiano mai abbandonato il mare, assicurando così la sicurezza nella regione”. Per l’Italia Gibuti gioca “oggi e nel prossimo futuro” un ruolo “cruciale” nella stabilizzazione della regione: “Voglio rafforzare le già buone relazioni che abbiamo con Gibuti sul piano politico, possiamo fare molto di più, ad esempio in campo agricolo ed industriale”. L’obiettivo dell’Italia, dunque, è quello di migliorare una relazione con un Paese “stabile” che sia utile allo sviluppo delle attività di aziende italiane, e proprio per questo l’Italia ambisce “valorizzare il porto di Gibuti”.

Djibuti Vision 2035

Tajani ha messo in risalto anche n altro aspetto: anche se Gibuti non fa parte del Piano Mattei, Roma intende rafforzare il porto cittadino, “sperando che sempre più navi italiane possano fermarvici”. In questo senso spicca il progetto Vision 2035, a cui l’Italia guarda con molto interesse sia in chiave infrastrutturale che politica, dal momento che il progetto mira a posizionare il Paese come un polo iper attrattivo per l’economia regionale e continentale: strategie che sono state sviluppate integrando la visione definita, le incertezze legate alle tensioni nell’area, le questioni strategiche e gli orientamenti interconnessi ai possibili sviluppi nello sviluppo a lungo termine del Paese. Logico collegamento è quello fra merci, accoglienza di migranti e rifugiati, lavoro dei militari gibutini nella Missione di sostegno alla stabilizzazione dell’Unione africana in Somalia (Aussom), e impegno che l’Italia intende sostenere favorendo una mediazione regionale che includa tutti i Paesi del Corno. L’ex ministro degli Esteri Mahmoud Ali Youssouf eletto presidente della Commissione dell’Unione africana è un altro elemento di raccordo con tale progetto e con gli interessi europei (Global Gateway) e italiano (Piano Mattei).

Aspides

Le relazioni legate alla missione Aspides vedono l’Italia particolarmente presente in loco. Lo scorso settembre durante una sosta nel porto di Gibuti del cacciatorpediniere Caio Duilio, unità ammiraglia dell’Operazione ASPIDES, il Force Commander di EUNAVFOR ASPIDES, Contrammiraglio Andrea Quondamatteo, aveva incontrato autorità civili e militari locali, come il Generale Sébastien Vallette, Comandante delle Forze Francesi a Gibuti (COMFOR DJI), e il Colonnello Wais Omar Bogoreh, Comandante della Guardia Costiera gibutiana. Si trattò di un’occasione per approfondire gli obiettivi dell’Operazione ASPIDES e le sue modalità operative, consolidando i legami di cooperazione tra i vari attori regionali. In questo contesto, ASPIDES è stata riconosciuta come un interlocutore capace di rispondere alle esigenze di stabilità del Corno d’Africa e contribuire all’equilibrio geopolitico della regione.


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