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Dasvidania al gas russo. L’Ue guarda al raddoppio di Alexandroupolis

Lo scorso 25 ottobre la Fsru nel porto greco ha ricevuto il primo carico di gas naturale liquefatto. Così Washington e Atene stanno rafforzando i loro legami energetici e la Grecia è pronta a diventare un anello cruciale nel mutevole panorama energetico europeo grazie ad una capacità di stoccaggio e rigassificazione che gestisca i flussi verso nord attraverso il cosiddetto Corridoio Verticale, una rete di gasdotti che collega la Grecia con Bulgaria, Romania, Moldavia e Ucraina

Con l’assist di Washington, Atene batte un colpo nella direzione di Bruxelles che può tirare un sospiro di sollievo. È anche grazie al raddoppio del rigassificatore ad Alexandroupolis che l’Ue potrà addio al gas russo e quindi la Grecia dovrebbe diventare dal 2026 hub continentale a trecentosessanta gradi. La costruzione della seconda unità galleggiante di gas naturale liquefatto (Fsru) nel porto ellenico settentrionale si mescola con l’interconnessione elettrica Grecia-Egitto Gregy. Di fatto si sta aprendo una nuova era energetica nel Mediterraneo, inaugurata con il gasdotto Tap che è stato vettore-capofila in questo senso e che oggi vede la decisione dell’Europa di non tornare al gas russo almeno per i prossimi 20 anni.

RADDOPPIO DI ALEXANDROUPOLIS

La prima Fsru di Alexandroupolis era nata prima dello scoppio della guerra in Ucraina, in un contesto completamente diverso di prezzi e di equilibri geopolitici. Si trattava di aumentare di poco l’indipendenza complessiva di una certa area a metà tra costone balcanico e l’Egeo/Mediterraneo, dove già c’era il passaggio delle pipeline del Tap provenienti dall’Azerbaijan. Ma dopo l’inizio della guerra a Kyiv e il capovolgimento del fronte di alleati e di contratti energetici (vedi il Nord Stream II) lo scenario è mutato drasticamente. Oggi la Grecia può esportare fino a 10 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno: 5 miliardi di metri cubi tramite l’IGB, 3,5 miliardi di metri cubi da Sidirokastro e circa 1,5 miliardi di metri cubi verso la Macedonia del Nord e la Serbia. La Fsru di ha accesso illimitato sia all’Igb che a Sidirokastro, a condizione che la cessazione completa dell’approvvigionamento di gas russo sia totale. Per cui entro i prossimi cinque anni, dal momento che la parte sud orientale dell’Ue necessiterà di almeno 34 miliardi di metri cubi di gas, l’infrastruttura greca potrà essere di grande aiuto.

Lo scorso 25 ottobre la Fsru nel porto greco aveva ricevuto il primo carico di gas naturale liquefatto. Più in generale Washington e Atene stanno rafforzando i loro legami energetici e la Grecia è pronta a diventare un anello cruciale nel mutevole panorama energetico europeo grazie ad una capacità di stoccaggio e rigassificazione che gestisca i flussi verso nord attraverso il cosiddetto Corridoio Verticale, una rete di gasdotti che collega la Grecia con Bulgaria, Romania, Moldavia e Ucraina. Il sito è attenzionato anche dai servizi segreti di altri paesi che provano a destabilizzare il progetto. 

EGITTO-GRECIA, INTERCONNESSIONE (NON SOLO) ELETTRICA

Non solo gas, una parte consistente delle nuove evoluzioni geopolitiche energetiche passa da Gregy, un progetto che “cambia la rotta” dell’economia greca e del Mediterraneo perché mescola energia e politica, alleanze e progetti, anche in chiave Ue. Tra Atene e Il Cairo si potrà avere un flusso di elettricità economico, pulito e continuo al fine di trasformare il profilo energetico e industriale della Grecia, grazie alla riduzione del costo sul mercato all’ingrosso di 21 euro/MWh, ovvero circa il 25%. L’Egitto di Al Sisi vede questi progetti come l’occasione per collegarsi all’Europa in un momento di complessiva ridefinizione delle interlocuzioni in Medio Oriente dopo l’accordo su Gaza. I lavori per l’interconnessione Gregy dovrebbero iniziare fra un anno. Energia, business e politica, dunque, ancora a braccetto: pochi giorni fa si è tenuto il Forum inaugurale di affari e investimenti tra Egitto e Grecia sul tema “Costruire ponti per una prosperità condivisa”.

All’evento hanno partecipato il viceministro degli Esteri greco Harry Theocharis, insieme a rappresentanti di diversi enti governativi egiziani e alti dirigenti di aziende leader di entrambi i Paesi e l’egiziano Yasser Abbas, vicedirettore generale dell’Autorità generale per gli investimenti e le zone franche. La posizione dell’Egitto come porta d’accesso per le esportazioni verso l’Africa e la sua appartenenza all’Area di Libero Scambio Continentale Africana (AFC) offrono alle aziende elleniche (quindi anche a quelle straniere che fanno base in Grecia) l’accesso a un’ampia base di consumatori e nuove opportunità di espansione.


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