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Difesa comune e asset russi, la sfida che Kallas lancia ai Ventisette

Nella sua conferenza stampa, Kaja Kallas ha sollecitato l’Ue a superare l’approccio emergenziale alla guerra e a definire una postura politica capace di incidere sui calcoli del Cremlino. Ha difeso l’uso degli asset russi congelati per dare certezza agli aiuti e rafforzare la deterrenza, respingendo l’idea di compromessi affrettati e richiamando i Ventisette alla responsabilità strategica verso Kyiv e alla credibilità di un percorso comune di difesa

La conferenza stampa di Kaja Kallas ha mostrato una Commissione che tenta di spingere l’Unione oltre la gestione emergenziale della guerra e verso un salto politico che definisca il ruolo dell’Europa nella sicurezza del continente. La vicepresidente ha insistito sul fatto che il punto centrale non è soltanto il livello degli aiuti a Kyiv, ma la capacità dei Ventisette di sostenere un’impostazione che riduca lo spazio di manovra della Russia e impedisca che la pressione ricada interamente sulla parte aggredita. Nel dibattito interno, tra resistenze sulla gestione degli asset russi congelati e lentezze negli impegni industriali, Kallas ha cercato di ricomporre la discussione in una prospettiva più ampia, legata alla tenuta geopolitica dell’Ue e alla credibilità del suo percorso verso una difesa comune.

Rispondendo ai giornalisti, la vicepresidente ha affermato che le dinamiche negoziali non stanno convergendo verso una soluzione stabile perché Mosca non percepisce costi tali da modificare la propria linea. Ha osservato come sia chiaro che la Russia non vuole la pace e che per questo l’obiettivo europeo deve essere quello di alterare i calcoli del Cremlino, portandolo in una situazione in cui sia costretto a negoziare da una posizione meno favorevole. Da qui la critica alla tendenza, emersa in alcune capitali, a immaginare compromessi rapidi. Kallas ha detto di vedere molta pressione sulla vittima, l’Ucraina, ma non un richiesta di sacrifici alla Russia, un’impostazione che a suo giudizio rischia di ridurre la sicurezza europea nel medio periodo.

In parallelo ha difeso la proposta di utilizzare gli asset sovrani russi congelati come strumento per finanziare le riparazioni e per garantire prevedibilità agli aiuti, spiegando che le alternative bilaterali non coprirebbero le asimmetrie tra gli Stati membri né invierebbero segnali efficaci agli aggressori. Ha collegato questa scelta a un messaggio triplo, rivolto all’Ucraina, alla Russia e agli Stati Uniti, per mostrare che l’Europa sta assumendo una quota maggiore di responsabilità strategica. La linea tracciata punta a rafforzare la cooperazione industriale con Kyiv, a velocizzare le iniziative sulla mobilità militare e a legare il sostegno finanziario a un quadro più solido di deterrenza europea, nella convinzione che l’attuale fase della guerra determinerà la forma dell’ordine continentale per gli anni a venire.


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