La firma del MoU tra l’Italia e America250 lega il 250° anniversario dell’indipendenza Usa ai 165 anni di relazioni diplomatiche bilaterali. In una fase in cui gli Stati Uniti ridisegnano le loro priorità strategiche, l’Italia si riconosce come parte stabile nell’emisfero occidentale, componente dell’arco storico statunitesne attraverso passato, presente e futuro segnato da condivisioni di vedute e attività degli italo-americani
Oggi, a Washington, l’ambasciatore d’Italia negli Stati Uniti, Marco Peronaci, ha firmato il “Memorandum of Understanding for Cooperation in Support of the 250th Anniversary of the United States of America”, un protocollo d’intesa con America250, l’organismo che coordina le celebrazioni per il 250° anniversario della Dichiarazione d’Indipendenza americana, in programma il 4 luglio 2026.
Un evento altamente simbolico che si somma ai vari appuntamenti che il prossimo anno vedranno gli Usa al centro del palcoscenico globale, dai Mondiali di Calcio al G20. L’accordo siglato oggi a Villa Firenze collegherà simbolicamente e politicamente quella data fondativa della storia statunitense con un altro traguardo: i 165 anni di relazioni diplomatiche tra Italia e Stati Uniti.
L’intesa
Non è una sovrapposizione casuale. L’intesa racconta, ancora una volta, la profondità di un rapporto che attraversa i cambiamenti degli equilibri globali, delle amministrazioni, delle crisi e delle ridefinizioni strategiche.
L’Italia è parte della storia statunitense, con il concetto “250/165” che diventa un punto di connessione storico-culturale quanto politico. Gli Stati Uniti restano il primo partner strategico dell’Italia, e l’Italia continua a essere un perno affidabile della proiezione americana nello spazio euro-atlantico e mediterraneo – e recentemente anche africano, considerando l’interesse che a Washington ha attirato il Piano Mattei.
Tutto confermato dalla centralizzazione che l’integrazione e la prosperità del “Western Hemisphere”, inteso come spazio strategico prioritario della sicurezza nazionale statunitense, hanno nella nuova National Security Strategy dell’amministrazione Trump – tra il dibattito sulle critiche all’Ue e la conferma di partnership prioritarie.
È dentro questa cornice che va letto anche il valore politico del protocollo con America250. L’Italia è percepita come un Paese saldamente inserito nell’architettura occidentale che gli Stati Uniti intendono consolidare, dal Mediterraneo all’Africa, fino agli snodi globali della sicurezza economica, industriale, energetica.
C’è la connessione personale creatasi tra Donald Trump e Giorgia Meloni, ma c’è anche una relazione bilaterale che da quasi due secoli non subisce contraccolpi strutturali – piuttosto viene costantemente rafforzata nella sua dimensione simbolica, storica e strategica. E c’è inoltre un rapporto curato nei decenni dalla diaspora italiana, dalla leadership alle collettività, con gli italo-americani che dai corridoi del Congresso alle più famigliari delle attività hanno lavorato costruendo la storia americana.
Che cosa è America250
E l’Italia dunque non poteva che essere partner di America250, la piattaforma che coordina quella che ambisce a essere non meno della più grande commemorazione civile e istituzionale della storia degli Stati Uniti.
L’obiettivo è ambizioso: coinvolgere tutti i 350 milioni di americani entro il 2026, con l’iniziativa “350 by 250”. Il progetto non si limita alla celebrazione rituale della Dichiarazione d’Indipendenza, ma punta a un esercizio di autoriflessione nazionale sul passato, sull’identità e sul futuro della democrazia americana, da proiettarsi anche all’esterno, con Washington che pensa alla condivisione con partner come Roma.
La missione ufficiale è chiara: celebrare la nascita degli Stati Uniti, rafforzare l’amore per il Paese, rinnovare l’impegno verso i valori democratici, promuovere educazione civica, partecipazione, volontariato e coesione nazionale.
Programmi come “Our American Story”, “America’s Invitation”, “America’s Field Trip” e “America Gives” raccontano questa impostazione: memoria storica, coinvolgimento delle scuole, racconto collettivo dell’identità, servizio alle comunità.
America250 è una iniziativa bipartisan, sostenuta da una struttura istituzionale robusta. La U.S. Semiquincentennial Commission, istituita dal Congresso nel 2016, coordina l’intero processo e oggi è stata protagonista della firma del Memorandum of Understanding nella residenza dell’ambasciatore Peronaci. La Commission è composta da membri del Congresso, rappresentanti delle principali istituzioni federali e da figure di primo piano della vita pubblica americana.
Tra i nomi compaiono senatori di entrambi i partiti, membri della Camera, responsabili dei grandi dipartimenti federali — Difesa, Stato, Interni, Istruzione — oltre ai vertici dello Smithsonian e altre tra le principali agenzie culturali.
A guidare la Commissione è Rosie Rios, nominata da Joe Biden nel ruolo. Rios è stata la 43° Tesoriera degli Stati Uniti e ha amministrato il Bureau of Engraving and Printing e la U.S. Mint; conferma dell’impronta istituzionale dell’operazione. Sua al firma nel protocollo con l’Italia.
Chair di una mobilitazione che coinvolge politica, cultura, educazione, sicurezza, identità nazionale. Un segnale chiaro di quanto l’amministrazione Trump consideri il 250° anniversario non solo una ricorrenza storica, ma uno strumento di rafforzamento della coesione interna e della proiezione internazionale dell’America.
L’Italia dentro al racconto americano
Il protocollo firmato oggi inserisce l’Italia all’interno di questo grande racconto nazionale americano. Non come semplice partner celebrativo, ma come attore storico delle relazioni transatlantiche, che accompagna simbolicamente la nascita e lo sviluppo della potenza americana con 165 anni di relazioni diplomatiche ininterrotte. Rapporto analizzato nella discussione che ha accompagnato l’evento di Villa Firenze, con proganiste: Anita McBride, ex Chief of Staff della First Lady Laura Bush e vicepresidente della National Italian American (unica associazione terza a essere nominata nel protocollo); Barbara Faedda, Executive Director della Italian Academy for Advanced Studies alla Columbia University; Lisa Sasaki, Deputy Under Secretary for Special Projects della Smithsonian Institutions. Peronaci ha presentato anche le iniziative con cui l’ambasciata e l’Italia intendono supportare America 250.
Un segnale concreto di quanto la relazione bilaterale si muova su più livelli è arrivato anche la scorsa settimana da Roma, con la visita della sottosegretaria Usa per la Diplomazia Pubblica Sarah Rogers. Nella cornice del Museo dell’Arte Salvata, alle Terme di Diocleziano, Rogers e il ministro della Cultura Alessandro Giuli hanno firmato il rinnovo del MoU bilaterale contro il traffico illecito di reperti archeologici, giunto al venticinquesimo anniversario sotto il coordinamento del Comando Carabinieri per la tutela del Patrimonio Culturale. L’intesa rafforza gli strumenti di contrasto alla criminalità internazionale, tutela i collezionisti e consolida la cooperazione tra le forze di sicurezza dei due Paesi. Un passaggio che conferma come la diplomazia culturale sia ormai parte integrante della relazione strategica transatlantica, e contribuisca a dare profondità politica al rapporto tra Roma e Washington.
In una fase in cui gli Stati Uniti ridisegnano le loro priorità strategiche, l’Italia si riconosce come parte stabile nell’emisfero occidentale. È un messaggio politico netto: la relazione bilaterale italo-americana resta un pilastro storico, al di là delle oscillazioni del quadro europeo.
















