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La Cina imita SpaceX con LandSpace. La corsa allo Spazio continua

A dicembre l’azienda cinese ha effettuato un test sul Zhuque-3, fallendolo. Ma l’elemento importante è che Pechino sta cercando di eguagliare (per poi superare) i rivali americani osservando le sue aziende. Quella di Elon Musk ha rivoluzionato il settore spaziale con il riutilizzo di alcune parti del razzo che andrebbero perse. Ed è a quello che punta anche il Dragone

“Hanno aggiunto aspetti della Starship all’architettura del Falcon 9, come l’uso di acciaio inossidabile e methalox, il che gli consentirebbe di battere il Falcon 9. Ma Starship è un’altra categoria”. Di quanto LandSpace sia potenzialmente pericolosa per le strategie di SpaceX ne è perfettamente consapevole anche Elon Musk. Era ottobre quando il tycoon parlava in questo modo della rivale cinese, che non fa mistero di voler copiare l’azienda americana. Più nello specifico, vuole replicare il razzo Falcon-9 con il suo Zhuque-3. “Dopo averlo studiato, ne riconosciamo la razionalità: questo è apprendimento, non imitazione”, ha precisato il vice capo progettista Dong Kai in una recente intervista. “Definire Zhuque-3 un Falcon 9 cinese credo che sia un grandissimo complimento”.
Per adesso però la sua azienda può solamente aspirarci. La rivoluzione apportata da SpaceX sta nella possibilità di riutilizzare alcuni pezzi dei razzi lanciati che altrimenti verrebbero buttati, come il primo stadio dove è presente il motore. Un cambiamento radicale sia in termini di sostenibilità ambientale sia economica. Per ora però LandSpace non riesce ad abbracciare questo cambiamento.
A dicembre un test è stato un fallimento. Niente di drammatico, visto che anche le aziende americane – SpaceX e Amazon – hanno dovuto testare più volte i loro razzi prima di ottenere un successo. Già in precedenza, a maggio,  la Space Epoch aveva eseguito un test di recupero con il lancio dello Yuanxingzhe-1 da una piattaforma nel Mar Giallo, stavolta con successo. Una conferma delle intenzioni cinesi, che per il momento si scontrano con un gap con l’America da colmare.
Come suggerisce Reuters, però, qualcosa potrebbe cambiare. Già il fatto che, per la prima volta, un’azienda cinese abbia tentato di lanciare un razzo e recuperarne alcuni pezzi è tutt’altro che scontato. Che ammetta anche l’insuccesso ancor di più. Difficilmente la Cina riporta i propri fallimenti, più concentrata a veicolare i risultati positivi. Ma cadere non è per forza negativo, se serve per imparare a rialzarsi. SpaceX ha potuto testare i propri strumenti più e più volte, così da comprendere dove fossero i propri limiti e dove intervenire per correggerli. Solo in questo modo si può puntare al miglioramento. Non solo. L’azienda di Musk ha goduto finanziamenti ingenti, che hanno rappresentato una base importante per sostenere i suoi progetti. Le perdite sono state sempre riassorbite. Lo stesso non si può dire delle rivali cinesi, che rispondono allo Stato. Solo adesso Pechino sta facilitando l’accesso ai mercati internazionali per le sue aziende, in modo tale da ricevere più finanziamenti possibili.
Ne vale d’altronde del percorso intrapreso dalla Cina. Il Dragone è parte della corsa allo spazio, una partita che intende vincere a tutti i costi. Come al solito, però, deve prima battere i rivali sull’altra sponda del Pacifico.

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