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Meloni non cambia idea sull’Ucraina: serve unità tra Usa e Ue

Zelensky, ricevuto dal Papa e dalla premier italiana, è sotto pressione per accettare i punti del piano Witkoff mentre l’Ue si interroga su come gestire da un lato le critiche di Trump sul proprio ruolo e, dall’altro, gli attacchi costanti di Mosca

Non ha cambiato idea sui tavoli diplomatici per la guerra in Ucraina Giorgia Meloni, né dopo la prima bozza del piano Witkoff, né dopo il suo restringimento dai 28 punti iniziali agli attuali 19. La base di partenza si ritrova nell’unità di intenti che deve esserci tra Stati Uniti ed Unione Europea, nella consapevolezza che il livello di convergenza deve concretizzarsi su temi che “toccano gli interessi vitali dell’Ucraina e dei suoi partner europei, come la definizione di solide garanzie di sicurezza e l’individuazione di misure condivise a sostegno dell’Ucraina e della sua ricostruzione”.

Lo ha ribadito ieri nella videoconferenza con il Presidente Volodymyr Zelensky e altri leader europei alla luce degli ultimi colloqui tra le delegazioni americana e ucraina e lo ha fatto di nuovo oggi ricevendolo in visita a Palazzo Chigi. La pace giusta e duratura in Ucraina è l’obiettivo. Prima Zelensky è stato ricevuto nella residenza di Castel Gandolfo da Papa Leone XIV, toccando il costante tema del dialogo e del “rinnovato il pressante auspicio che le iniziative diplomatiche in corso possano portare ad una pace giusta e duratura”. In secondo luogo c’è stato un preciso riferimento alla questione dei prigionieri di guerra e alla necessità di assicurare il ritorno dei bambini ucraini alle loro famiglie.

Poi a Palazzo Chigi dove ha apprezzato “il ruolo attivo dell’Italia nel generare idee concrete e definire misure per avvicinare la pace”. Il presidente ucraino ha informato Meloni sul lavoro del team negoziale ucraino e si è detto pronto a continuare il coordinamento degli sforzi diplomatici. “Contiamo molto sul continuo sostegno dell’Italia: è importante per l’Ucraina”. Il riferimento è, in concreto, anche al pacchetto di assistenza energetica e alle attrezzature necessarie assicurate dall’Italia: “Questo è esattamente ciò che sosterrà le famiglie ucraine, il nostro popolo, i bambini e la vita quotidiana nelle nostre città e comunità, che continuano a subire continui attacchi russi. Dobbiamo proteggere le vite. Grazie, Italia”, ha concluso.

Entrambi hanno puntato sull’importanza dell’unità di vedute tra partner europei e americani e sul contributo europeo a soluzioni che avranno ripercussioni sulla sicurezza del continente. Pari attenzione è stata rivolta, nel corso del colloquio, come riferito da fonti italiane, “ai temi della definizione di robuste garanzie di sicurezza che impediscano future aggressioni e del mantenimento della pressione sulla Russia affinché sieda al tavolo negoziale in buona fede”. Infine il presidente Meloni ha ribadito la solidarietà al popolo ucraino e assicurato che l’Italia continuerà a fare la sua parte anche in vista della futura ricostruzione dell’Ucraina.

Il leader ucraino si è detto pronto a presentare agli Stati Uniti “documenti rifiniti” su un piano di pace per porre fine alla guerra con la Russia, proprio mentre aumenta la pressione Usa per giungere ad una pace rapida e trovare un accordo sul piano Witkoff. A proposito dei 19 punti, il presidente finlandese Alexander Stubb ha assicurato che gli alleati stanno lavorando su tre documenti distinti, che comprenda le garanzie di sicurezza e la ricostruzione. In sostanza mentre Zelensky deve decidere se accettare lo schema Witkoff, l’Ue si interroga su come gestire da un lato le critiche di Trump sul proprio ruolo e, dall’altro, gli attacchi costanti di Mosca. Roma è sempre più custode dell’atlantismo.


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