Londra investe su una rete ibrida di tecnologie autonome e capacità navali per contrastare la crescente attività sottomarina russa. Atlantic Bastion diventerà operativo nel 2026, mentre il nuovo patto con Oslo darà vita a una flotta congiunta per pattugliare l’area strategica tra Groenlandia, Islanda e Regno Unito
Una rete sottomarina estesa dalla dorsale medio-atlantica al Mare di Norvegia che combina assieme navi e sottomarini con equipaggio con piattaforme senza equipaggio e sistemi di elaborazione acustica basati sull’intelligenza artificiale all’interno di una rete digitale di targeting che consentirà di rilevare, classificare, tracciare e, se necessario, affrontare le minacce più rapidamente rispetto alle catene di comando tradizionali. Così il ministro della difesa britannico John Healey e il Primo Lord del Mare Sir Gwyn Jenkins hanno presentato “Atlantic Bastion”, la nuova iniziativa che mira a rafforzare la capacità britannica di tutelare al sicurezza della dimensione sottomarina in tratti di mare con una rilevanza strategica per Londra.
Il governo ha spiegato che il programma è stato avviato in risposta alla ripresa delle attività sottomarine e subacquee russe nelle acque britanniche, al cui interno sono compresi i ripetuti avvicinamenti della nave spia Yantar alle acque territoriali del Regno Unito avvistata in prossimità di infrastrutture critiche.
Parallelamente, Mosca sta modernizzando la sua flotta del Nord, inviando imbarcazioni nucleari e diesel-elettriche più silenziose attraverso lo storico Giuk (Greenland-Iceland-United Kingdom ndr) Gap, passaggio vitale per le linee di comunicazione marittime dell’Alleanza Atlantica. Durante la Guerra Fredda quel varco era coperto dalla rete fissa di sistemi di ascolto Sosus, il sistema che Atlantic Bastion dovrebbe andare a rimpiazzare.
Il ministero della Difesa e l’industria hanno investito complessivamente 14 milioni di sterline, con 26 aziende britanniche ed europee che hanno presentato proposte per lo sviluppo di tecnologie di sensori antisommergibile. Il sistema dovrebbe divenire operativo già il prossimo anno.
“Non ci dovrebbero essere dubbi sulle nuove minacce che il Regno Unito e i nostri alleati devono affrontare sotto il mare, dove i nemici prendono di mira infrastrutture fondamentali per il nostro stile di vita”, ha affermato Healey, “Il nostro programma pionieristico Atlantic Bastion è un progetto per il futuro della Royal Navy. Combina le più recenti tecnologie autonome e di intelligenza artificiale con navi da guerra e aerei di livello mondiale per creare una forza di combattimento ibrida altamente avanzata in grado di individuare, scoraggiare e sconfiggere coloro che ci minacciano”.
Atlantic Bastion non é però l’unica iniziativa con cui Londra vuole riaffermare il suo interesse sull’area. Pochi giorni fa, infatti, il Regno Unito e la Norvegia hanno firmato un nuovo patto di difesa che prevede la creazione di una flotta navale congiunta proprio per individuare e contrastare i sottomarini russi nell’Atlantico settentrionale.
Il patto, noto come Lunna House agreement, si basa su un maxi-contratto da 10 miliardi di sterline per la produzione di nuove fregate Type-26, che saranno impiegate congiuntamente dalle due marine. In totale, almeno 13 navi antisommergibile britanniche e norvegesi pattuglieranno l’area strategica tra Groenlandia, Islanda e Regno Unito. Oltre alle operazioni antisommergibile, Londra e Oslo collaboreranno anche allo sviluppo di “navi madre” per sistemi unmanned dedicati alla caccia alle mine e alla guerra subacquea.
















