Da una parte il neocostituito asse Trump-Conte. Dall’altra il girone infernale della speculazione finanziaria, nel nome della sfiducia verso l’Italia. A due mesi dalla manovra ci si chiede se alla fine del 2018 l’Italia sarà un Paese più affidabile di prima, dove dirottare i propri investimenti senza il timore che qualcosa vada storto.
D’altronde, l’iter della ex Finanziaria, sarà un terreno di prova utile a capire quale scuola di pensiero prevarrà nell’esecutivo legastellato. Quella del rispetto dei patti con l’Ue, il cui alfiere è il ministro Giovanni Tria e quella più disinvolta, cara a Luigi Di Maio e Matteo Salvini. I mercati (e gli investitori) staranno a guardare, condizionando il termometro dello spread.
Dagli Stati Uniti è arrivata ieri un’importante apertura di credito al governo Conte. Niente meno che dal presidente americano che nel corso della conferenza stampa congiunta con il premier italiano ha apertamente invitato il mondo ad avere fiducia nell’Italia. “Vi consiglio di investire in Italia, nazione grandiosa con gente grandiosa e che produce ottimi prodotti di cui non ricordo il nome, ma ne ha molti”, ha detto Trump. Per il capo della Casa Bianca insomma, è tempo di credere all’Italia buttandosi alle spalle i giorni burrascosi da maggio, quando lo spread Btp-Bund era salito a 300 punti base.
Poi c’è l’altra faccia della medaglia, chi capta segnali di tempesta per i mesi autunnali. I timori per una burrasca sono stati sollevati da Renato Brunetta, che oggi ha addirittura paventato una prossima caduta del governo Conte sotto i colpi dello spread.
“I segnali di una nuova ondata di svendita dei nostri titoli di Stato ci sono già tutti: innanzitutto, il Fondo monetario internazionale ha concluso la sua missione di monitoraggio dello stato dell’economia italiana rinviando il suo giudizio ad ottobre, poichè, come riportano gli stessi funzionari di Washington, il team di lavoro non è stato in grado di capire qual è la politica economica del nuovo governo guidato da Giuseppe Conte”.
Secondo il deputato azzurro ed ex ministro della Pa “gli economisti del Fondo (che proprio nei giorni scorsi hanno definito l’Italia ancora vulnerabile, ndr) hanno dovuto arrendersi all’evidenza che i membri del governo italiano non hanno ancora definito una strategia su come gestire la finanza pubblica, lasciando intendere che si naviga a vista e su annunci propagandistici, senza un obiettivo chiaro, o peggio, con obiettivi delle due anime del governo, Lega e Movimento Cinque Stelle, in chiaro conflitto tra di loro. In questa situazione di totale caos, gli investitori internazionali stanno cominciando seriamente a pensare di disinvestire dalle attività finanziarie italiane”.