È Milena Gabanelli, giornalista Rai e creatrice della trasmissione d’inchiesta Report, il candidato del Movimento 5 Stelle selezionato al termine dei due turni di Quirinarie online.
È lei – è stato annunciato sulla web tv “La Cosa” e sul blog di Beppe Grillo – ad essere arrivata prima.
Dopo la giornalista, il più votato è stato Gino Strada. Poi Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky, Ferdinando Imposimato, Emma Bonino, Gian Carlo Caselli, Romano Prodi; ultimo Dario Fo. Dall’elenco manca il nome di Grillo, tiratosi fuori dalla competizione.
I DIKTAT DI CASALEGGIO
A Quirinarie in corso, intervenendo ieri in un incontro con degli imprenditori a Torino, il guru del movimento 5 stelle Gianroberto Casaleggio aveva sentenziato: “Il Presidente della Repubblica deve essere super partes, possibilmente non politico, che rappresenti tutti gli italiani”. Visto l’esito può dirsi accontentato. Sempre Casaleggio, alla domanda se l’elezione del Capo dello Stato risolverà lo stallo per la formazione del nuovo governo, ”lo vedremo quando avremo il Presidente”. I diktat del guru hanno di fatto escluso dai giochi due dei candidati in corsa per il Colle. Su tutti, Emma Bonino e Romano Prodi, che in precedenza sembrava poter raccogliere i favori di Grillo e Casaleggio – non quelli di molti parlamentari, militanti e di uno degli intellettuali del movimento, il giurista Paolo Becchi – e costituire una base d’intesa tra il movimento e il Partito Democratico.
LA FINE DI UN’UTOPIA?
Per lo scrittore e giornalista del settimanale Oggi (Rcs), Mauro Suttora, tutto il polverone sollevato dal presunto attacco hacker per sabotare le Quirinarie testimonierebbe il fallimento del modello grillino di democrazia digitale partecipata. “Grillo – analizza Suttora – non ha ancora spiegato bene che è accaduto. A ogni modo con quest’avvenimento tramonta l’illusione – per alcuni, o la speranza per altri – di realizzare il sogno di Gianroberto Casaleggio di una democrazia diretta online. Internet s’è dimostrato troppo vulnerabile per sostenere appuntamenti così importanti come le votazioni online”.
GRILLO E CASALEGGIO? NON CONOSCONO LA TECNOLOGIA
Di diverso avviso Stefano Zanero, esperto di sicurezza informatica e ricercatore di ruolo presso il Dipartimento di elettronica e informazione del Politecnico di Milano.
In una conversazione con Formiche.net, spiega che il problema non è Ia Rete, a supporto della quale ci sono già tecnologie sufficientemente sicure per effettuare votazioni sicure, ma piuttosto altri aspetti.
“Sarei propenso a dire che è l’uso del computer come mezzo di voto a rivelarsi poco adatto. Ad esempio – chiarisce – analizziamo il caso di una votazione classica. Si entra in una cabina e lì nessuno può controllare chi votiamo. Nel voto remoto, che sia telematico o su carta come nel caso del voto degli italiani all’estero, controllare che la votazione avvenga nella piena legalità è praticamente impossibile. Non è Internet a essere poco affidabile, semmai i problemi sono altri e hanno a che fare con aspetti ineliminabili nel voto a distanza”.
Poi Zanero affonda sul più volte criticato approccio tecnologico del Movimento 5 stelle. “Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio – rimarca – capiscono poco di tecnologia. Il problema è terminologico. Nel caso delle Quirinarie non c’è un corpo elettorale, ma solo una serie di persone iscritte a un blog che decidono di esprimere il proprio gradimento per un nome. Sarebbe più corretto chiamarlo “sondaggio”. Iniziativa lodevole, per carità, ma lontana da una vera elezione”.