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I timori dell’industria dell’energia e dei carburanti

Ritardi nei pagamenti, tassazione insostenibile, immobilismo istituzionale che alimenta la contrapposizione sociale. Secondo Assopetroli Assoenergia, si tratta di un cocktail che manda le aziende, e i posti di lavoro, in difficoltà o le fa scappare dall’Italia.

Rivedere il decreto sui pagamenti della Pa

“Il decreto che sblocca i pagamenti della Pa verso i creditori è macchinoso e, se non verrà adeguatamente corretto, difficilmente produrrà effetti sul rilancio dell’economia”, ha spiegato Franco Ferrari Aggradi, presidente di Assopetroli Assoenergia, associazione per la tutela delle oltre 1000 imprese attive nel settore della distribuzione dei prodotti petroliferi ed energetici.

I punti da ristudiare

Assopetroli Assoenergia ha inviato, su richiesta del presidente della Commissione Speciale della Camera, che sta esaminando il decreto-legge sul pagamento dei debiti della Pa alle aziende creditrici, una memoria articolata. Nel documento vengono posti in evidenza alcuni aspetti peculiari che interessano direttamente le oltre 1000 imprese del settore del commercio dei carburanti e dei prodotti energetici. Assopetroli Assoenergia sostiene come per il pagamento dei crediti, oltre al parametro della “data fattura” , la priorità debba considerare la qualificazione del credito rispetto alla tipologia dei beni e servizi conferiti allo Stato. Assopetroli Assoenergia poi interviene sulla compensazione tra crediti e debiti. Su questo punto l’associazione è particolarmente determinata.

L’immobilismo del Paese

“Le nostre aziende, ma più in generale l’intero comparto energetico del Paese, si scontrano quotidianamente con uno Stato che non solo non paga i propri debiti nei tempi previsti contrattualmente, contribuendo per primo al default del sistema, ma, per contro, chiede tasse e addizionali che stanno uccidendo le imprese. Il peso della tassazione sui carburanti pesa, nelle tasche dei consumatori, circa il 60%. L’effetto, sulle nostre imprese, è che, giorno dopo giorno, perdono quote di vendita mettendo a rischio la loro stessa tenuta e quella di alcune migliaia di posti di lavoro. Insomma – prosegue il presidente Ferrari Aggradi – il fatto che una delle maggiori compagnie del settore dei carburanti presente nel nostro Paese abbia annunciato che sta valutando di abbandonare l’Italia, è l’ennesimo campanello di allarme. Ma chi ascolta? Il nostro settore, ma più in generale l’imprenditoria, necessita di decisioni urgenti a sostegno della produttività da parte della politica. Viceversa, lo stallo istituzionale getta il Paese in una situazione di immobilismo.



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