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Come cambia lo status finanziario dell’Egitto

al sisi, dato elettorale egitto

Due anni fa l’Egitto fece una scelta, coraggiosa e strategica: far fluttuare la sua moneta e attuare un solido programma di riforme economiche.

Oggi il risultato, al netto dei passi che andranno ancora fatti per corroborare prospettive e trend, si può apprezzare nell’atteggiamento degli investitori internazionali, incoraggiati a investire e a guardare al Cairo non più come una mina vagante ma come un player stabile che si affaccia su due quadranti fondamentali, come quello euromediterraeo e quello mediorientale.

HSBC

Il gruppo bancario Hsbc conta di cambiare il suo upgrade sul Cairo con un report positivo per il 2019. Per bocca del vicepresidente e amministratore delegato, Jacques-Emmanuel Blanchet, il gruppo sottolinea come l’Egitto sia diventato un ambito molto più favorevole agli affari. Ha osservato che la situazione economica del Paese ha accusato continui progressi nell’anno in corso, ciò fa immaginare un trend positivo anche per il 2019 quando entrerà nel vivo la partita per lo sfruttamento degli idrocarburi.

E ha cerchiato i meriti di questo quadro nell’azione intrapresa dal governo egiziano, “determinante nel condurre l’economia del Paese attraverso un paio di anni impegnativi”.

In questo momento Hsbc sta affiancando la Central Bank of Egypt (Cbe) al fine di individuare partnership e facilitazioni per potenziali nuovi clienti, con l’obiettivo di “contribuire a creare un’economia più forte e più stabile”.

TREND

Significa che la stabilizzazione istituzionale porta certezze negli investitori e fiducia negli organismi internazionali come il Fmi: infatti l’ultima analisi dell’organismo guidato da Christine Lagarde sulla crescita dell’Egitto prevede che il Pil reale aumenterà al 5,5% nel 2018/19, nonostante il turismo sia ancora indietro dopo i fatti di Sharm legati all’Isis.

E mentre si apprende che le riserve estere dell’Egitto sono aumentate a oltre 44 miliardi di dollari, ecco che arriva la conferma della sede egiziana scelta per il prossimo ciclo di riunioni del World Franchise Council a novembre.

Si tratta di un’organizzazione non politica composta da oltre 40 associazioni di franchising nazionali di tutto il mondo, oltre alla European Franchise Federation, alla Ibero-American Franchise Federation e all’Asia-Pacific Confederation Franchise Confederation (Apfc). Obiettivo è incoraggiare lo sviluppo di associazioni di franchising in realtà dove tale associazione non esiste.

Nel breve periodo Il Cairo è atteso da una serie di pit stop: una missione del Fmi alla fine di ottobre per valutare i progressi sulla revisione dell’economia nazionale (la quarta); la prossima tranche di prestiti che sarà erogata in dicembre se il Paese rispetterà i parametri; la doppia privatizzazione che sarà avviata entro l’inizio del 2019, come annunciato dal ministro delle finanze Mohamed Moeit.

SCENARI

I progressi egiziani sono stati “celebrati” a margine dell’assemble generale dell’Onu, con un one to one tra Lagarde e il Presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi. Frutto di questo incontro è la consapevolezza che l’economia egiziana mostra promettenti segnali di ripresa e la sua crescita economica è tra le più alte del Medio Oriente, come ammesso apertamente dallo stesso amministratore delegato del Fondo Monetario Internazionale a New York.

“Abbiamo concordato sull’importanza di capitalizzare le conquiste macroeconomiche dell’Egitto per far avanzare le riforme strutturali delle autorità locali – ha precisato Lagarde -. Queste riforme aiuteranno a raggiungere una crescita guidata più sostenibile anche nel settore privato, che contribuirà a creare posti di lavoro per la giovane popolazione egiziana”.

SISTEMA

Al fine di costruire un sistema-Egitto, anche in virtù di accordi di caratura internazionale, una serie di tasselli si stanno incanalando in questa direzione.

È di una settimana fa la firma da parte del vice presidente della Banca nazionale egiziana (Nbe) Yehya Abou Fotouh, di un protocollo di cooperazione con Henri de l’Epine, amministratore delegato di Danone Dairy North East Africa, per sostenere e sviluppare piccole e micro imprese. Va sottolineato che il portafoglio clienti di prestiti di piccole e medie dimensioni della banca ammontava a 49 miliardi di sterline egiziane (2,3 miliardi di euro) per 63mila clienti all’agosto 2018, ma è stato stimato che dovrebbe raggiungere 100 miliardi di sterline egiziane (4,7 miliardi di euro) entro la fine del 2020: più del doppio.

Inoltre sul versante tedesco si registra l’attivismo del ministro egiziano del commercio e dell’industria Amr Nassar, che ha appena concluso una serie di colloqui con il direttore generale del ministero federale tedesco per la cooperazione e lo sviluppo economico Claudia Warning. Al centro del dialogo la futura cooperazione economica congiunta tra i due Paesi, nei settori del commercio, dell’industria e piccole e medie imprese con particolare attenzione alla possibilità che il know how tedesco sia utilizzato per formare le professionalità egiziane.

Per Il Cairo le Pmi rappresentano una priorità anche in considerazione del fatto che l’export egiziano in Germania ha fatto registrare un balzo in avanti nella prima metà del 2018 con un più 9,5%, raggiungendo 717 milioni di euro, rispetto ai 654,6 milioni di euro dello stesso periodo del 2017.

twitter@FDepalo

 


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