Skip to main content

David Ermini, nuovo vicepresidente del Csm, in 30 foto

1 / 30
Alberto Maria Benedetti e David Ermini
2 / 30
David Ermini
3 / 30
David Ermini
4 / 30
David Ermini
5 / 30
David Ermini
6 / 30
David Ermini
7 / 30
David Ermini
8 / 30
David Ermini
9 / 30
David Ermini
10 / 30
David Ermini
11 / 30
David Ermini
12 / 30
David Ermini
13 / 30
David Ermini
14 / 30
David Ermini
15 / 30
Alessio Lanzi con Fulvio Gigliotti e David Ermini
16 / 30
David Ermini
17 / 30
David Ermini
18 / 30
David Ermini e Piercamillo Davigo
19 / 30
David Ermini e Piercamillo Davigo
20 / 30
David Ermini e Sergio Mattarella
21 / 30
David Ermini e Sergio Mattarella
22 / 30
David Ermini e Sergio Mattarella
23 / 30
David Ermini e Sergio Mattarella
24 / 30
David Ermini e Sergio Mattarella
25 / 30
David Ermini e Sergio Mattarella
26 / 30
David Ermini e Sergio Mattarella
27 / 30
David Ermini e Sergio Mattarella
28 / 30
David Ermini e Sergio Mattarella
29 / 30
David Ermini e Sergio Mattarella
30 / 30
Fulvio Gigliotti con David Ermini

Alla fine, le due schede bianche dei consiglieri di Forza Italia, Michele Cerabona e Alessio Lanzi, hanno pesato come macigni nell’elezione del nuovo vicepresidente del Csm, David Ermini, deputato renziano del Pd.

David Ermini, avvocato nato a Figline Valdarno nel 1959, ha raccolto il testimone da Giovanni Legnini, grazie a 13 voti espressi dai cinque consiglieri togati di MI, di cui il parlamentare Pd, Cosimo Ferri è un ex esponente di spicco, i cinque voti di Unicost, e le preferenze del primo presidente e del procuratore generale della Cassazione, rispettivamente di MI e di Unicost.

Invece Alberto Maria Benedetti, in quota M5S, ha ottenuto 11 voti dei due consiglieri di A&I, dei quattro di Area, dei due laici della Lega e dei tre di M5S. Le due schede bianche di FI hanno fatto la differenza.

Ermini, che ha preso la parola in plenum subito dopo la sua elezione, ha cercato di rassicurare l’Assemblea di Palazzo dei Marescialli, che si è spaccata sulla sua nomina, sottolineando di “aver chiesto la sospensione dal mio partito politico perché ritengo che quando si assume un incarico istituzionale bisogna avere la possibilità di essere liberi”. L’ex deputato Pd ha poi aggiunto che “tutti noi dobbiamo dismettere la nostra casacca che avevamo prima, rispondiamo solo alla legge e alla costituzione”.

A storcere il naso per la provenienza parlamentare di Ermini i consiglieri di A&I, la corrente di Davigo, e quella di Area che puntavano in una guida del Csm “indipendente da qualsiasi interferenza esterna” e che potesse garantire “all’organo di governo autonomo il ruolo di custode dell’autonomia ed indipendenza della magistratura e della giurisdizione”.

Testo: Askanews

Foto: Imagoeconomica – riproduzione riservata



×

Iscriviti alla newsletter