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Arrestato l’attentatore di Boston

Ventiquattro ore dopo una gigantesca caccia all’uomo, che ha tenuto con il fiato sospeso tutta la nazione, la polizia americana ha annunciato venerdì notte di aver arrestato il 19enne ceceno sospettato di essere, insieme al fratello ucciso la notte precedente, l’autore degli attentati alla maratona di Boston. L’America tira così un sospiro di sollievo. E’ vivo, anche se ferito gravemente. Suo fratello maggiore Tamerlan, l’altro sospetto, è invece morto la scorsa notte, nel corso di uno scontro a fuoco con gli agenti che avevano individuato i due fuggitivi.

Dzhokhar Tsarnaev è stato trovato dopo una lunga giornata di ricerche, in cui Watertown è stata blindata e battuta a tappeto, porta a porta. Era nascosto in una piccola imbarcazione parcheggiata nel retro di una villetta, una casa come tutte le altre nella cittadina di provincia. Secondo Cnn a tradirlo sarebbero state delle macchie di sangue rimaste sulla copertura chiara dell’imbarcazione: un vicino di casa le ha notate, e alzata la cerata ha visto un corpo coperto di sangue. Ha dunque avvertito gli agenti, che in un attimo hanno circondato l’edificio e fatto evacuare gli inquilini.

Ieri sera, il presidente Barack Obama si è rallegrato di questo risultato e ha elogiato il lavoro delle forze dell’ordine. Ha però sottolineato come restino “molte domande senza risposta” in questa vicenda.

Chi sono i fratelli Tsarnaev

I due Tsarnaev sono sospettati di aver piazzato gli ordigni artigianali che sono esplosi vicino alla linea del traguardo della maratona. Le bombe, esplose a dodici secondi di distanza l’una dall’altra, erano state posizionate in due pentole riempite di chiodi e biglie d’acciaio per fare il massimo dei danni.

Il “nodo” movente continua a tenere banco. Gli inquirenti devono inoltre accertare se i due fratelli abbiano potuto contare su dei complici, negli Stati Uniti o all’estero. Per tutta la giornata di ieri, mentre migliaia di poliziotti davano la caccia a Djokhar Tsarnaev, la popolazione di Boston aveva ricevuto l’ordine di restare chiusa in casa. I trasporti pubblici erano stati sospesi, chiusi i negozi e le scuole, interdetto il traffico aereo. Nessun treno, inoltre, circolava tra New York e Boston.

I due fratelli erano arrivati nel 2003 come immigrati negli Stati Uniti e vivevano da anni a Cambridge, nella periferia di Boston: lo ha raccontato uno zio, Ruslan Tsarni, che ha ammesso di provare vergogna per il loro coinvolgimento negli attentati alla maratona.

Il padre dei due arrestati ha descritto i figli come “musulmani ferventi” dalla capitale del Daghestan, Makhachkala.
Il presidente della Cecenia, repubblica russa del Caucaso a maggioranza musulmana, ha sottolineato che i due “non hanno vissuto in Cecenia”. Hanno “vissuto e studiato negli Stati Uniti.
Bisogna trovare le radici del male in America”, la tesi di Ramzan Kadyrov.

Il più grande dei due fratelli, ex studente di ingegneria divenuto pugile, aveva una pagina Youtube a suo nome (creata nell’agosto 2012) dove aveva postato diversi video nelle categorie “islam” e “terrorismo”. L’Fbi ha ammesso di averlo interrogato nel 2011 “su richiesta di un governo straniero” che non è stato precisato. Ma la polizia federale non aveva trovato “alcuna informazione sospetta”. Il più giovane, che praticava la lotta, era iscritto a un’università della regione. Secondo gli organi di informazione americana aveva ottenuto la nazionalità americana l’11 settembre 2012, data piuttosto simbolica negli Stati Uniti. I testimoni lo descrivono come un ragazzo gradevole, ma che viveva con il mito del fratello.



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