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Legge di bilancio e mobilità sostenibile. Le proposte di Legambiente

Legambiente Blue growth

Per ridurre l’inquinamento e per rendere le città più vivibili e libere dalle auto, occorre ripensare la fiscalità che grava sulla mobilità e puntare su un’efficace e innovativa rivoluzione urbana: la “green mobility”, sempre più sostenibile, alternativa, multimodale, elettrica. Come? Orientando le tasse sui trasporti in misura proporzionale all’inquinamento e allo spreco e incentivando la mobilità sostenibile.  È questa la sfida che Legambiente lancia al governo, proprio nei giorni in cui in alcune regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna) scatta lo stop ai vecchi diesel.

Le proposte sono nel solco di quelle “azioni di accompagnamento” che premiano la mobilità virtuosa applicando il principio “chi inquina paga” previsto nel “Contratto di governo del cambiamento”. Si tratta di proposte concrete, facilmente attuabili e soprattutto a gettito fiscale inalterato, perché spostano il prelievo dalle forme meno inquinanti a quelle più inquinanti. Si va, tanto per fare qualche esempio, dalla rimodulazione delle accise sui carburanti in rapporto all’inquinamento prodotto (meno cara la benzina, un po’ più caro il gasolio), all’introduzione di “voucher per la mobilità sostenibile” di mille euro spendibili in abbonamenti di trasporto pubblico, dall’incentivo fino a seimila euro per l’acquisto di un’auto elettrica al sostegno delle forme di sharing mobility, fino alla regolamentazione di mezzi di micro mobilità elettrica (dal monoruota al monopattino) al sostegno ai Comuni per investimenti e programmi di mobilità sostenibile.

In Italia circolano quasi 15 milioni di veicoli, diesel e benzina, Euro 0, 1, 2, 3 su un totale di quasi 38 milioni. Il gettito fiscale del settore trasporto ammonta ad oltre 72 miliardi di euro nel 2017, metà dei quali deriva da accise e Iva sui carburanti e il restante da tasse sull’assicurazione, l’acquisto, il bollo, ecc. Tasse che vanno nella fiscalità generale e non servono per coprire i costi sociali dei trasporti. Secondo l’Istat, lo spostamento quotidiano costa alle famiglie l’11% della loro spesa annuale.

“La sfida che abbiamo di fronte – ha detto Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale di Legambiente – è molto ambiziosa: dobbiamo fermare i cambiamenti climatici, ridurre un inquinamento che provoca gravi conseguenze sulla salute, rendere più vivibili le città. Non basta qualche incentivo e qualche autobus elettrico, né vogliamo altre tasse da aggiungere alle tante che già paghiamo nel settore dei trasporti. Vogliamo che si inizi a cambiare il pesante carico fiscale che grava sulla mobilità delle persone in Italia. La finanziaria deve diventare l’occasione per spostare la montagna di soldi che grava sul trasporto in una chiave trasparente che incentivi gli spostamenti puliti”.

L’emergenza legata all’inquinamento atmosferico preoccupa non poco gli italiani. Da un sondaggio della Lorien Consulting emerge che il 94% dei cittadini intervistati è preoccupato per la qualità dell’aria; il 39% molto preoccupato. Così il 71% è favorevole ad incentivi per l’acquisto di veicoli meno inquinanti; il 10% propone di non vendere più auto a benzina e diesel; l’8% chiede di bloccarne da subito la circolazione e solo il 5% vede di buon occhio la possibilità di aumentare le tasse sui mezzi inquinanti e i pedaggi in città. La mobilità “pulita” ha già conquistato il 28% degli italiani (in genere cittadini occupati, colti e che si muovo molto), mentre il 40% dichiara di essere interessato ad usare i monopattini elettrici qualora venissero regolamentati.

L’incontro è stata anche l’occasione per presentare il volume “ Green Mobility – come cambiare la città e la vita”, edito da Legambiente e Edizioni Ambiente. Il libro, che si avvale di contributi di esperti delle industrie più innovative, economisti e sociologi, tecnici e urbanisti, è diviso in tre parti. La prima fa il punto sugli scenari di decarbonizzazione e sui loro rapporti con le politiche di riduzione delle emissioni e dell’inquinamento e presenta gli ultimi sviluppi tecnologici della mobilità elettrica. La seconda illustra le esperienze di alcune città italiane all’avanguardia e le mette a confronto con quelle di altre metropoli europee e americane. L’ultima racconta le trasformazioni degli stili di mobilità degli italiani, sempre più “multimodali” in città e nei contesti extra-urbani.



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