“Pace fatta” tra Leonardo e Fincantieri dopo l’affare Vitrociset. I due big hanno siglato un accordo che rafforza il sistema-Paese e consente di presentarsi nella partita con Naval Group al pari dei cugini francesi. Parola di Michele Nones, consigliere scientifico dell’Istituto affari internazionali (Iai) e già consigliere del ministro della Difesa nella passata legislatura. Proprio su queste colonne, all’indomani della decisione di Leonardo di esercitare il diritto di prelazione su Vitrociset (dopo che Fincantieri aveva raggiunto l’accordo per il suo acquisto), l’esperto aveva indicato “la via della collaborazione”, lanciando l’ipotesi di utilizzare Orizzonte Sistemi Navali, posseduta al 51% dal gruppo di Trieste guidato da Giuseppe Bono, e al 49% dall’azienda di piazza Monte Grappa guidata da Alessandro Profumo.
UNA BUONA NOTIZIA
Oggi, le due società hanno comunicato di aver raggiunto un accordo (qui i dettagli) per il rilancio della joint venture. L’obiettivo è cogliere al meglio le nuove sfide sui mercati esteri, valorizzando “le reciproche competenze sviluppate in ambito nazionale in un’ottica di sistema-Paese”. L’intesa “è sicuramente una buona notizia dopo tante cattive notizie”, ha detto Nones. Essa “indica infatti la volontà dei due grandi gruppi industriali di rafforzare la loro collaborazione, al fine di garantire una maggiore efficacia della nostra presenza nel mercato internazionale”. D’altra parte, “il problema non è mai stato quello dei rapporti con la Marina militare, nell’ambito dei quali le due società collaborano da tempo immemorabile”, come dimostra il programma per le fregate Fremm, per cui Osn ha svolto il ruolo di responsabile dell’intero contratto.
LE POSSIBILITÀ CON OSN
Il problema tra Leonardo e Fincantieri “riguardava piuttosto le modalità con cui presentarsi sul mercato internazionale”, ha rimarcato l’esperto. A tal proposito, “Orizzonte Sistemi Navali rappresenta un valido strumento che, se sarà rafforzato, come lascia intendere il comunicato odierno, garantirà la possibilità di mettere in atto delle strategie comuni, di gestire poi insieme le attività di promozione rispetto ai clienti e, infine, nel momento in cui si arriverà a contratti, di gestirli al meglio”.
LE CARATTERISTICHE DEL MERCATO INTERNAZIONALE
D’altronde, l’intesa è “importante” anche considerando un settore navale globale sempre più competitivo. “Nella nuova ottica che si è affermata a livello internazionale – ha spiegato Nones – solo la stabilità delle compagini industriali che offrono sistemi complessi assicura, negli anni, il necessario supporto logistico, l’addestramento del personale e l’aggiornamento dei sistemi in base all’evoluzione tecnologica e industriale”. Così, l’accordo su Ons “rappresenta un valore aggiunto per le proposte” che si muoveranno in questa direzione.
LA PARTITA FRANCESE
Tra le partite che Orizzonte Sistemi Navali si troverà a giocare c’è quella francese, con l’accordo tra Fincantieri e Naval Group (per un colosso europeo della cantieristica navale, civile e militare) che pare essere finito “a un punto morto”, come titolato ieri da Le Figarò. “Lo stallo c’è – ha detto Nones – ed è legato al clima politico” non facilissimo tra Roma e Parigi. Tra l’altro, una delle questioni aperte è proprio il ruolo di Leonardo nell’accordo lato militare. L’azienda di piazza Monte Grappa non ha mai nascosto l’intenzione di entrare nell’intesa, soprattutto per il fatto che dentro ci sia già il competitor francese per la sistemistica, Thales (che di Naval Group possiede il 35%), pronto a fornire i propri sistemi alle nuove navi.
UNA PROPOSTA STRUTTURATA
In questa partita, il rilancio di Osn permetterà “alla parte italiana di essere meglio strutturata nella proposta di collaborazione bilaterale”, ha detto Nones. D’altronde, la nuova collaborazione tra Fincantieri e Leonardo “non mi sembra alternativa al rafforzamento della collaborazione italo-francese, ma come corretto presupposto per far sì che la parte italiana si possa presentare con maggiore forza e con capacità analoghe a quelle che caratterizzano Naval Group”. In altre parole, “più va avanti la collaborazione tra i due gruppi italiani, più la proposta italiana diventerà completa e omogenea rispetto a quella francese”. In tal senso, l’odierna intesa su Orizzonte Sistemi Navali potrebbe essere “la cartina tornasole” nel rapporto con i cugini d’oltralpe, poiché “dimostrerà se i francesi vogliono davvero un accordo alla pari, o uno che consenta loro di assumere il controllo del settore”.
UN SEGNALE DEL “SISTEMA-PAESE”
Infine, dopo le frizioni per il caso Vitrociset (“la questione mi sembra chiusa”), l’accordo pare un segnale del tanto invocato “sistema-Paese”. Eppure, ha rimarcato Nones, con questa espressione “si intende un approccio multidisciplinare che coinvolga tutti gli stakeholder, le imprese, le Forze armate e il governo”. L’intesa su Osn è dunque solo una tessera di un puzzle necessariamente più ampio, che comunque uscirà rafforzato dalla “pace fatta” tra i due maggiori player del settore. Difatti, ha concluso il consigliere scientifico dello Iai, “una collaborazione sul fronte industriale è sicuramente la migliore premessa perché si possa sviluppare l’azione del sistema-Paese, poiché evita divergenze su chi vada appoggiato e favorisce gli altri stakeholder a intervenire senza fare preferenze”.