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Perché questa manovra è un rischio per l’Italia. Parla Cattaneo (FI)

centrodestra

“Il reddito di cittadinanza per noi è il simbolo di un vizio economico, ma ancor prima culturale che lascerà dei danni enormi al Paese”, la flat tax così formulata è una presa in giro e il rischio è quello di far affossare l’economia italiana. In una conversazione con Formiche.net il deputato di Forza Italia Alessandro Cattaneo commenta i provvedimenti economici che il governo gialloverde intende mettere in campo per far ripartire il Paese. Eppure, a essere costruttivi, qualche provvedimento da non buttare completamente c’è, ma non il reddito di cittadinanza, definito “puro assistenzialismo”.

Partiamo dalla nota diffusa dal Comitato di Presidenza di Foza Italia: una bocciatura totale della manovra. Ma davvero non c’è proprio nulla da salvare?

Qualcosa ci può essere, perché vogliamo essere costruttivi e credibili e allora qualche elemento che tutto sommato avremmo potuto fare anche noi è presente, come la revisione della Fornero che anche noi avevamo immaginato, anche se i confini di questa riforma sono andati un po’ oltre e rischiano di compromettere la tenuta dei conti. Però, sempre per essere costruttivi, tutto sommato era un tema che anche noi avremmo affrontato. L’altro tema che anche noi avremmo affrontato è la pace fiscale, anzi noi probabilmente con la Lega l’avremmo fatta in maniera un po’ più lineare, qua invece ovviamente dopo che i 5 Stelle sono cresciuti a pane e manette, pane e demonizzazione del cittadino a cui arriva una cartella di Equitalia, è un altro tema su cui credo che questa maggioranza sia un po’ in difficoltà, con grande imbarazzo dei 5 Stelle. Anche questo però noi l’avremmo affrontato. Proprio per essere credibili, però, parto da ciò che anche noi probabilmente in un’alleanza coerente di centrodestra avremmo avuto in agenda, ma avremmo potuto fare di più e meglio.

La flat tax è per Salvini la madre di tutte le battaglie, insieme alla Fornero da lei citata…

Beh, no. La flat tax non l’ho citata perché se chiamiamo flat tax quanto previsto dal governo stiamo prendendo in giro gli italiani. Quella che loro chiamano flat tax è semplicemente un aumento del perimetro del regime forfettario di cui beneficeranno poche persone, anzi peraltro stiamo attendendo di sapere i dettagli, però viene conteggiato per calcolare chi ne beneficia, il volume del fatturato, quindi questo in realtà determina che la platea di persone interessate sarà molto molto limitata. Sarà una piccola espansione di ciò che già accade, grazie a un provvedimento fatto dal precedente governo. Poi parlare di flat tax quando continuano a essere mantenuti sull’Irpef i 5 scaglioni mi sembra una presa in giro. Per favore, non diciamo fesserie, questa qua non è la flat tax, è tutto il contrario.

Forza Italia si oppone fortemente anche al reddito di cittadinanza. Ci spiega perché?

Il reddito di cittadinanza per noi è il simbolo di un vizio economico, ma ancor prima culturale che lascerà dei danni enormi al Paese, questo è certo. Io sono cresciuto al nord, e uno dei primi manifesti della Lega che io ricordi era quello della gallina dalle uova d’oro: c’era una gallina che stava al nord e le uova venivano raccolte da un cesto che stava a sud. Ecco, quell’immagine può essere rivisitata: Di Maio è colui che tiene il cesto al sud e la gallina dalle uova d’oro è sempre al nord. Sorrido in maniera amara perché è paradossale che sia stata proprio la Lega a dare l’ok a uno dei provvedimenti frutto del peggior assistenzialismo statalista che abbiamo visto nel nostro Paese. Non aiuta il sud, anzi lo vizia.

Ci spieghi meglio.

Alimenta una cultura assistenzialista che il sud sta cercando di combattere, mentre così torna indietro. Senza contare poi che nel concreto con questo provvedimento va a beneficiare chi lavora in nero e che quindi ha tutto l’interesse a rimanere fuori dal’economia tracciata. Il sud avrebbe bisogno di aiutare quei talenti che in difficoltà cercano di affermarsi, avrebbe bisogno di no tax area, di sostegno alle startup dei giovani, sinergia con le università, l’apertura dei privati che onestamente si danno da fare e invece arrivano stipendi a pioggia da mamma Stato secondo una logica pericolosa, superata dal tempo e molto dannosa.

Le basse stime di crescita del 2019 preoccupano non poco mercati e Ue. Tagliare le tasse alle imprese potrebbe dare una spinta?

Io non ho dubbi che quei 10 miliardi che costa il reddito di cittadinanza andavano messi in un cuneo fiscale per far aumentare davvero i tempi indeterminati, non come il decreto dignità che crea maggiori disoccupati. Li avremmo usati per la spesa di investimento, ad esempio una cosa che questo governo non ha ancora sbloccato, il terzo valico, che costa 791 milioni di euro, e sarebbe invece una buona spesa di investimento. Con il terzo valico riparte il porto di Genova, paghi l’investimento in economia reale che crei in poco tempo, il contrario di annaffiare il deserto come vogliono fare loro alimentando la spesa corrente improduttiva. Che sia chiaro però a tutti, ma proprio a tutti. Loro continuano a dire che fanno un debito sopra ciò che era lecito fare perché in questo modo muoveranno il pil, bene, sanno che se il pil non riparte abbiamo fatto debito che rimarrà e aggraverà la situazione che lasciamo ai nostri figli. Questa è una responsabilità che si prendono: se non riparte il pil ci rivediamo fra un anno e siccome la scommessa è tutta lì, si dovranno dimettere se non accadrà quanto hanno promesso. Non c’è un solo indicatore, non c’è un solo centro studi che afferma che dando stipendi statali a pioggia si aumenta il pil. È una visione quasi sovietica, che neanche la Cgil avrebbe sognato di portare avanti e si sta abbattendo sul nostro Paese portando conseguenze molto serie.

Ormai il governo sembra essere accerchiato sulla manovra. Ieri è arrivato un triplice attacco Fmi-Juncker-Bce. Quanti dobbiamo essere preoccupati?

Capisco che nella narrazione tutti questi attacchi fanno comodo a questo governo perché danno l’idea di un governo del popolo, come si definiscono loro, contro il governo dell’establishment. Ma io invito gli italiani a guardare i conti, non queste narrazioni, a ragionare con la propria testa: non è che se lo spread sale e la borsa scende non riguarda nessuno di noi. Riguarda invece l’economia reale, i fondi pensione di tanti professionisti, di tante categorie. Vuol dire che i nostri figli dovranno pagare fisicamente questo debito. Addirittura, non voglio sperare che si arrivi poi un domani al prelievo forzoso dai conti correnti come qualcuno già evoca. Perché vede, un investitore estero ha tutto l’interesse che l’Italia sia instabile perché i tassi salgono, e sanno che essendo i fondamentali del risparmio privato buoni, il rischio, un domani, quando lo Stato non riuscirà più a soddisfare i debiti che ha contratto li prederà dal risparmio privato. Ossia, prelievo forzoso dai conti correnti. Gli investitori esteri con questo retropensiero continuano a investire ma per noi vuol dire Troika e questa manovra ci avvicina a questo scenario.

Forza Italia ha fatto un appello in particolare alla Lega di Salvini: ci sono margini di dialogo per un nuovo asse?

Io credo di sì. Raccolgo, anche in separata sede, il disagio di tanti colleghi della Lega che sanno che è una manovra contro anche i valori e il dna della Lega storica. La Lega che ho conosciuto io, con cui governiamo in tanti comuni, con cui governiamo è quella della Regione Lombardia in cui siamo stati all’avanguardia con la partnership pubblico-privato tenendo lontane spinte stataliste, per avviare il paradigma della sussidiarietà come buona forma di governo, per rivendicare il federalismo fiscale come battaglia di meritocrazia amministrativa nel nostro Paese, insomma che la Lega che ho conosciuto e con cui anche io da sindaco ho lavorato fianco a fianco, non posso credere che da un momento all’altro inseguano una visione, quella dei 5 Stelle, che è nazionalista, statalista, centralista, pauperista e che demonizza il privato e l’iniziativa del singolo. È proprio una visione del Paese diversa. Solo il tempo dirà se siamo di fronte a un cambio di scenario e di paradigma o invece a una parentesi, io spero breve.



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