Non richiama la dovuta attenzione il sinodo sui giovani, eppure l’argomento porta con sé discussioni spinose, importanti, come quella sulla sessualità dei giovani, sulla necessità di rivolgersi non più soltanto ai genitori di ragazzi omosessuali, ma a loro, ai ragazzi omosessuali, come a quelli che non credono, o che hanno un’altra fede. Il documento preparatorio del sinodo ha saputo parlare il linguaggio del nostro tempo e usare l’acronimo Lgbt, perché anche la Chiesa vive nell’oggi. Questo balzo nel tempo presente sarà confermato nel documento finale, o si parlerà a un interlocutore senza il coraggio di chiamarlo come lui fa? Certo è difficile pensare di capirsi pretendendo di chiamare gli interlocutori in modo diverso da come loro si definiscono. Farlo vorrebbe dire anche riconoscere il tempo in cui ci troviamo.
Il concetto di tempo è molto importante per seguire Bergoglio. Ieri parlando con anziani e giovani Papa Francesco ha detto che i giovani devono sapere che i populismi nascono seminando odio. Parole che spiegano l’oggi ricordando il secolo scorso, interpretando quello che stiamo vivendo. Questo vale anche in termini generazionali; è l’alleanza, l’incontro, la chiave del successo dei lavori sinodali. I giovani presenti al sinodo hanno portato il loro contributo e le giovani hanno richiamato l’attenzione di molti, come le consacrate. Ora molti si chiedono se la Chiesa non più prona al clericalismo saprà renderli partecipi anche del voto, previsto per sabato. “C’è mezza Chiesa che bussa alla porta”, si è scritto in questi giorni al riguardo del piccolo plotone di donne, laiche e consacrate, che partecipa ai lavori sinodali. Ovviamente questo sistema non prevede che votino: potranno? Se al sinodo votano anche non vescovi, perché il sesso deve essere causa di impedimento, di esclusione?
Ma non va sottovalutata l’attualità dell’esigenza di creare una nuova alleanza tra giovani e anziani in un mondo che sente invece crescere una sorta di frattura generazionale, acuita dallo sviluppo tecnologico. La stessa discussione sulle pensioni sembra separare, allontanare giovani e anziani. E invece Papa Francesco da quando è cominciato questo sinodo sottolinea in diverse circostanze l’urgenza dell’alleanza. La stessa idea di eliminare il tema di storia dagli esami di maturità va contro questa alleanza, e sembra procedere verso un tempo senza passato, senza consapevolezza storica. L’alleanza giovani-anziani parla di giovani che profetizzano e anziani che sognano, e forse ha nella famosa immagine di Anchise portato in salvo sulle spalle di Enea la sua rappresentazione mitica. Se questo sinodo saprà trovare nei diversi contesti culturali che riassume la capacità di costruire a partire dai giovani una nuova idea di alleanza, dialogo, incontro, apertura, avrà sfidato culture che allarmano. Solo così il preambolo del documento finale, che sarà certamente dedicato al dramma degli abusi, avrà la forza necessaria per spingere verso una storia nuova. E per avere una Chiesa che archivia il clericalismo e diventa davvero Chiesa di tutto il popolo di Dio, sarebbero importanti anche i piccoli eventi, come il voto femminile e l’uso di termini ormai parte della realtà.