Se sulla manovra il governo procede spedito – seppure con il freno di Bruxelles – in Parlamento potrebbe consumarsi la prima vera spaccatura tra il Movimento 5 Stelle e la Lega. Il terreno del contendere è il decreto sicurezza firmato da Matteo Salvini incentrato su temi come terrorismo, immigrazione e pubblica sicurezza. Dopo essere stato approvato all’unanimità dal consiglio dei ministri ed essere stato firmato dal Presidente della Repubblica, il testo deve ora passare il vaglio del Parlamento con la conversione in legge, ma da parte di un settore del Movimento arriva lo stop, con la presentazione di una lista di emendamenti che mirano a modificarne alcuni aspetti definiti critici da parte di Elena Fattori, Paola Nugnes e Gregorio De Falco. “Mentre Salvini prepara la rottura con l’Europa il Movimento 5 Stelle rischia di rompersi al suo interno”, ha commentato a Formiche.net il professor Aldo Giannuli. Insomma, Luigi Di Maio dovrebbe guardare sì alle prossime europee, ma senza perdere di vista quello che succede in casa.
I 5 Stelle, più vicini all’ala “sinistra” del Movimento, infatti, hanno fatto sapere che sul dl sicurezza a guidarli è la linea tracciata dal Presidente Mattarella nella lettera inviata al premier Conte dopo la firma del decreto. “Ci sono principi sui quali non posso deflettere avendo giurato sulla Costituzione da militare. E intendo mantenere quel giuramento”, ha detto De Falco, come riportato da Repubblica. “Io non ritiro nulla, sto seguendo le indicazioni del Presidente Mattarella”.
Sono di ieri invece le parole di Elena Fattori che dalle pagine del Foglio ha fatto sapere che “le nostre contestazioni (dell’ala ortodossa, ndr) al decreto Salvini riguardano il merito del provvedimento. Ci sono molti rilievi di costituzionalità sollevati da varie associazioni, e poi lo stesso Presidente della Repubblica ha esortato il Parlamento ad analizzare bene il testo: dunque noi non facciamo che assolvere nel migliore dei modi al nostro dovere”. Ma l’affondo va oltre il decreto Salvini: “D’altronde – aggiunge Fattori -, se si prendesse l’abitudine di studiare nel dettaglio i testi proposti dalla Lega, magari poi si evierebbe di gridare allo scandalo”. La frecciata, in questo caso, non è a Matteo Salvini, ma i colleghi grillini che, come nel caso del condono fiscale, gridano al complotto della “manina”. Il problema, allora, va al di là del decreto Salvini in sé, ma tocca i dissidi interni al Movimento.
“Mentre Salvini prepara la rottura con l’Europa il Movimento 5 Stelle rischia di rompersi al suo interno”, ha commentato ai microfoni di Formiche.net il professor Aldo Giannuli, spiegando che i dissidi interni al Movimento sono quasi scontati. “È ovvio – spiega Giannuli -, la cultura politica dei 5 Stelle è inconciliabile con quella della Lega. Questo governo è un papocchio che sta in piedi sull’ansia governista di tutti e due i partiti che si devono spartire le nomine. Insomma, è una coalzione che sta in piedi con lo sputo e secondo me prima o poi è inevitabile che si spacchi”.
Si spaccherà il governo, dunque, ma il rischio secondo Giannuli, un tempo molto vicino ai 5 Stelle, è che la spaccatura ci sia anche all’interno di M5S. “Salvini vuole aprire la crisi con l’Unione europea e fino a quando non fa questo non rompe con i 5 Stelle. I 5 Stelle – nella parte che fa capo a Luigi di Maio – sono moto più ingenui. Loro sperano con una ingenuità che confina con la stupidità, di risolvere tutto con un grande successo dei partiti populisti alle elezioni europee”, ma c’è un ma: “Non hanno capito però che i sovranisti non sono interessati alle istanze italiane, non sono filo-italiani”.
Insomma, mentre l’alleato Salvini combatte la sua battaglia contro l’Ue, Luigi Di Maio non vede cosa bolle in pentola in casa sua. “I 5 Stelle in testa non hanno niente, hanno l’acqua, e il motivo per cui poi si scompongono al loro interno – e per questo rischiano di spaccarsi – è che non c’è un piano condiviso, solo una grande fame di poltrone. Questo, però, è in contrasto con la cultura e la storia del Movimento e con fasce importanti del suo elettorato. Ci sono i pasdaran che qualsiasi cosa facciano i 5 Stelle lo votano e lo seguono, però poi c’è una fetta più esigente che vuole che i 5 Stelle facciano certe cose e non ne facciano altre”.
“A differenza della Lega – conclude Giannuli -, il Movimento 5 Stelle è uno stato d’animo e sta insieme sull’onda del ‘Vinciamo!’. Se cominciano a prendere batoste a raffica si squagliano come un gelato a ferragosto, perché non hanno la strutturaa territoriale della Lega”.