26 ottobre: il telefono del rettore della comunità ortodossa rumena di Bergamo squilla di primo mattino, ma all’altro capo del telefono c’è il presidente della Regione Lombardia, non un esponente religioso che vuole invitarlo a un’iniziativa per l’imminente giornata del dialogo islamo-cristiano. Come è noto infatti il 27 ottobre è dal 2001 la giornata del dialogo islamo-cristiano. Fu istituita allora, a poche settimane dalla tragedia delle Torri Gemelle, in ricordo del 27 ottobre del 1986, quando Giovanni Paolo II convocò ad Assisi i leader di tutte le religioni per la grande preghiera della pace. Quest’anno la città dove la celebrazione di questa giornata ha assunto un carattere inatteso ma di certo importante è sicuramente Bergamo. Lì infatti la legge regionale che molti chiamano la legge anti moschee visto che limita la possibilità di costruire nuovi luogo di culto, ha visto un’associazione di musulmani acquistare ad un’asta pubblica una cappella, andata in disuso da quando è stata costruita una chiesa più spaziosa, superando con un rilancio dell’8% l’offerta presentata dalla comunità ortodossa che da anni utilizzava la cappella in questione per le sue pratiche religiose.
Ecco il probabile motivo della telefonata dalla Regione al rettore della comunità ortodossa rumena. In queste ore infatti la Regione Lombardia ha fatto sapere che l’acquisto è valido, ma visto che la Regione gode del diritto di prelazione rende noto di volere esercitare questo suo diritto. Decisione tardiva? Forse sì, visto che, come ha scritto il quotidiano dei vescovi Avvenire, “il bando per la vendita dell’ex cappella è stato redatto da Infrastrutture Lombarde, società controllata dalla Regione, per conto dell’Asst Papa Giovanni XXIII; la cessione della chiesa non era infatti rientrata nell’ambito del passaggio dell’area degli ex Riuniti a Cassa Depositi e Prestiti, che ha rilevato l’ampio complesso ospedaliero (sostanzialmente non più operativo dal dicembre 2012, cioè da quando è stato inaugurato il nuovo nosocomio dedicato al pontefice bergamasco) per costruirvi il “campus” dedicato al potenziamento dell’Accademia della Guardia di finanza”. Forse l’intenzione di esercitare la prelazione andava comunicata a Infrastrutture Lombarde, che dipende dalla Regione, qualche settimana fa.
Questa giornata del dialogo islamo-cristiano diventa così giornata del dialogo islamo-cattolico ortodosso se si tiene conto che l’associazione musulmana acquirente si sarebbe detta disponibile, sebbene nel rispetto degli orari da dedicare al culto islamico, a ospitare gli ortodossi nella cappella dove hanno potuto esercitare il loro culto per anni affinché possano seguitare a farlo, e che la diocesi di Bergamo ha divulgato un comunicato che si conclude così: “L’esito paradossale di questa vicenda è sotto gli occhi di tutti e ritengo debba alimentare assunzioni di responsabilità, da parte di chi ci governa, nei confronti delle diverse comunità religiose, non ultima quella ortodossa romena ora rimasta senza una Chiesa per pregare e alla quale desideriamo manifestare la nostra vicinanza fraterna e l’impegno per la ricerca di una nuova sistemazione”.
Il 27 ottobre 2018 è stato dunque dedicato all’importanza della libertà di culto, che deve garantire a tutti, non solo ai cristiani ma anche ai musulmani, il diritto di esercitare il proprio culto, partendo dall’assunto che mai l’edificazione di un luogo di culto deve essere pensata o proposta come sfida all’altro, ma anche che un corretto e ordinato esercizio di un diritto fondamentale di ogni uomo è premessa di una corretta e ordinata coesistenza sui territori. La religione ha bisogno di libertà come la libertà ha bisogno della religione. Tutti hanno diritto ad avere un loro luogo di culto, senza dover pensare ad un rilancio dell’8% o magari ad ulteriore rilancio dell’8% su chi ha già rilanciato per comprare un’ex cappella finita in vendita. Se questo 27 ottobre ci aiutasse a convenire su ciò, questa giornata del dialogo islamo-cristiano sarebbe davvero fruttuosa.