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Tria, le banche e il mito dello spread. La versione di Sforza Fogliani

popolari mps Sforza Fogliani

A voler essere sinceri, il ministro dell’Economia, Giovanni Tria ce l’ha messa tutta per convincere la platea di banchieri accorsa alla Giornata del risparmio, a Roma (qui l’articolo con tutti i dettagli). Fino a ricorrere a uno stratagemma decisamente azzeccato per ribaltare il punto di vista alla base del dibattito sulla manovra che oggi inizia il suo esame in Parlamento.

Nel suo intervento conclusivo, una mezz’ora scarsa, il responsabile del Tesoro ha fatto tutto il possibile per difendere l’attuale impianto della manovra. Al punto di arrivare a dire che l’attuale livello di spread (303 punti base), non è assolutamente giustificato. Di più. Alla domanda dell’Ue sul perché il nostro debito non riesca a diminuire, Tria ha risposto con un’altra domanda. Del tipo “ci siamo mai chiesti quale sarebbe il costo del non deficit? Non potrebbe essere forse più elevato di quello attuale? Fare deficit sta comportando delle reazioni ma non farlo non sarebbe stato peggio?” si è chiesto Tria. Abilmente il ministro ha provato a instillare il dubbio ai convenuti.

Con qualcuno ci è riuscito. Corrado Sforza Fogliani banchiere di lungo corso e storico presidente dell’associazione della banche popolari si è intrattenuto con Formiche.net per uno scambio di battute in merito ai lavori della kermesse dedicata al risparmio. Sforza Fogliani è tra quelli che vuole vedere il bicchiere mezzo pieno, senza abbandonarsi al disfattismo più totale.

“Oggi il ministro Tria ha fatto una rivendicazione importante, quello della politica espansiva quale leva di sopravvivenza per questo Paese. Una politica che si contrappone alla concezione europea, anche se il dialogo rimane aperto”, ha premesso il banchiere piacentino. “L’Europa oggi non può continuare a esercitare una politica di vassallaggio nei nostri confronti, è giusto mostrare indipendenza nella politica economica di un Paese, l’Italia, mi pare un’ottima idea a sostegno dello sviluppo e della crescita”. Per Sforza Fogliani insomma, Tria ha ragione nel voler marcare il territorio tra Europa e Italia.

Però c’è un tema banche, che non lascia indifferente chi, come Sforza, di professione fa proprio quello. Gli istituti sono preoccupati e nemmeno poco visto che detengono nei bilanci oltre 370 miliardi di Btp.

“Certo che le banche sono preoccupate, ci mancherebbe. Ma ricordiamoci una cosa. Quando nel 2011 c’era lo spread a 500 punti nessuno aveva detto che il sistema bancario era in pericolo. Perché? Semplice, sono state cambiate le regole, estendendo quelle in vigore per le grandi banche a quelle piccole (il bail in, ndr). E così la valutazione dei grandi patrimoni è stata estesa anche a quelle con un patrimonio minore. Dunque l’andamento dell’economia reale non c’entra nulla con la preoccupazione delle banche, è solo un problema di regole”. Sforza Fogliani fa affermazioni pesanti perché praticamente esenta lo spread dalle sue responsabilità sulle banche. “Oggi le banche italiane sono solide, le entrate nei bilanci sono esattamente le stesse. Bisognerebbe capirla questa cosa qui”.


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