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Il terzo figlio, la terra e la Casa nella Prateria

L’annuncio della terra da regalare, a chi arrivi a mettere al mondo il terzo figlio, è perfetto per divertirsi un po’, soprattutto online. Nelle ultime 36 ore, è stato tutto un fiorire di battute esilaranti, prese in giro fulminanti e meme assolutamente irresistibili. Posto che sorridere è una gran cosa, per alleviare il peso di una giornata lavorativa, resta la sostanza.

Un provvedimento del genere poteva apparire moderno e rivoluzionario più o meno all’unità d’Italia o al più nel secondo dopoguerra. Colpisce la visione apparentemente fuori dal tempo della misura. L’idea di una terra ancora indissolubilmente legata alla forza delle braccia e alle bocche da sfamare. Un’immagine da società contadina, che l’Italia si è lasciata alle spalle, con il boom economico cominciato sessant’anni fa.

L’agricoltura di oggi è quanto di più lontano dall’immagine delle fattorie, con cui siamo cresciuti alle scuole elementari. La tecnologia la fa da padrona, l’evoluzione della meccanizzazione ha completamente ribaltato i rapporti di forza di un tempo. Più che l’olio di gomito, oggi servono macchinari moderni ed App efficienti. Il punto, dunque, non è tanto quanto possa funzionare o attrarre una misura di questo tipo, quanto il messaggio che sembra inviare al Paese.

Dalla maggioranza gialloverde, soprattutto dal Movimento Cinque Stelle, viste le sue origini, sarebbe lecito aspettarsi uno sguardo se non all’avanguardia almeno al passo con i tempi. Invece e non a caso, la più fortunata del bonarie presa in giro circolate online fa riferimento alla Casa nella Prateria. Il West romantico e idealizzato buono per la televisione anni 70, per cui la serie era stata pensata. Tutti noi, però, abbiamo bisogno, un bisogno quasi disperato, di guardare avanti, di dimenticare abitudini, soluzioni e consuetudini del XX secolo. La terra alle famiglie numerose possiamo anche serenamente lasciarla ai telefilm di quando eravamo ragazzi



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