L’Italia crescerà, come stanno crescendo gli Stati Uniti, e alla fine il modello italiano verrà applicato anche al resto d’Europa. È un Luigi Di Maio ottimista quello intervistato oggi dal Financial Times, il quotidiano economico-finanziario del Regno Unito, a cui il vicepremier nonché ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro ha parlato della manovra italiana, del modello americano e delle possibili prospettive europee. Tutto questo, nel giorno in cui il ministro dell’Economia Giovanni Tria parteciperà all’Eurogruppo e, di fatto, inizierà la trattativa tra Italia e Ue proprio sulla manovra.
Sulla manovra italiana Di Maio si mostra ottimista. “Non credo che saremo sanzionati – spiega al quotidiano britannico -. La procedura sarà avviata ma ci sarà una fase di dialogo”. “Non scommettiamo sul fatto che l’Italia sia ‘too big to fail’: crediamo che possiamo ampiamente ridurre il debito pubblico con una manovra espansiva. Io sono convinto che possiamo cambiare le regole sull’austerità e sugli investimenti, e che potremo rafforzare l’Unione europea e l’Eurozona per migliorare sotto il profilo dei diritti sociali”, ha aggiunto il vicepremier, citando poi il modello americano come esempio. “Credo che nell’arco dei prossimi dieci anni anche l’Europa andrà in questa direzione: l’economia Usa sta crescendo al ritmo del 4% grazie alle politiche espansive di Trump, che tutti dicevano essere sbagliate. Sta aumentando il deficit, riducendo le tasse e investendo nelle infrastrutture”.
Insomma, la manovra gialloverde, come le politiche su tagli fiscali e aumento delle spese made in Usa, saranno la ricetta per far crescere nuovamente l’Italia, e il modello italiano sarà l’esempio anche per il resto dell’Europa. “Se la ricetta funziona da noi, dovrà essere ribadita a livello europeo: dovremo applicare la ricetta dell’Italia a tutti gli altri Paesi”, e le prossime elezioni europee saranno un momento di svolta per una Ue che per decenni si è basata sull’austerità, mentre ora, spiega Di Maio, ci sarà “un grosso rimescolamento” che porterà anche a un mutamento dell’approccio economico.
Sull’Italia, invece, Di Maio, dando tra le righe una stoccata all’alleato di governo Matteo Salvini, sottolinea che l’immigrazione non è il vero problema: “Oggi tutti pensano che il tema centrale sia l’immigrazione. Ma questo non ha senso. Tutti i segnali ci dicono che i temi più rilevanti sono il lavoro e la disoccupazione. Se oggi abbiamo sei milioni di poveri in Italia questo provoca una tensione che sfocia in tensioni con gli stranieri. Questo è inevitabile”. Gli italiani, spiega Di Maio, sono stati traditi dall’establishment politico: “Avevamo diritti sociali, in Italia, connessi alla salute, al welfare, la stabilità dei contratti di lavoro, il diritto all’istruzione e alla formazione. Questi diritti sono stati sacrificati sull’altare del debito, ma mentre venivano sacrificati il debito cresceva”, ed è per questo che è nato il governo del cambiamento.
Cambiare l’Italia, cambiare l’Europa, ma senza abbandonare l’euro, conclude Di Maio: “Ci faremo un tatuaggio per spiegare alla comunità finanziaria che non vogliamo lasciare l’eurozona”.