Un’altra tessera del mosaico delle piattaforme sindacali, utili ai rinnovi contrattuali, è andata ad incastrarsi.
LA RICHIESTA ECONOMICA
Questa volta si tratta della piattaforma per il rinnovo del contratto del settore elettrico dopo quelle decise nelle scorse settimane per i settori del petrolio e dell’energia, del gas e dell’acqua. Nella piattaforma rivendicativa, varata oggi e relativa al triennio che va dal 2019 al 2021, i sindacati di settore hanno avanzato una richiesta economica complessiva di 155 euro alle parti datoriali di Enel, Assoelettrica, Sogin, Gse, Terna, Utilitalia, Energia Concorrente. Per quanto riguarda la piattaforma relativa ad Energia e Petrolio, presentata lo scorso 7 novembre, Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, e quella riguardante gas ed acqua le suddette organizzazioni sindacali le parti avanzeranno a giorni una richiesta economica ufficiale.
SICUREZZA ED INNOVAZIONE
Rispetto alle rivendicazioni presentate oggi i sindacati hanno le idee precise: “Segreterie nazionali – scrivono Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil – hanno consapevolmente scelto di porre, argomentandole, alcune questioni prioritarie, lasciando altri argomenti alla contrattazione aziendale. È, quindi, una piattaforma snella che però pone, con maggior forza, alcuni ineludibili temi che questa volta non possono non essere affrontati dalle aziende. Dovrà essere il contratto della sicurezza, argomento principale delle nostre richieste sui vari articoli contrattuali perché proprio sulla sicurezza abbiamo registrato arretramenti che questo settore non può permettersi. È l’argomento che dovrà essere la stella polare di questo rinnovo contrattuale e dovrà servire a trovare soluzioni che in questi anni avrebbero evitato situazioni di stress lavorativo sfociate in incidenti anche gravi. Su questo le aziende non potranno sottrarsi e dovranno concedere soluzioni che riportino i ritmi e tempi di lavoro a livelli normali. Ma è anche il contratto che guarda all’innovazione con coraggio, perché i processi di digitalizzazione porteranno, in un futuro neanche troppo lontano, a novità rilevanti sotto molti aspetti. Il Sindacato, come sempre, non si sottrae e guarda in faccia alle novità con sano realismo, ma anche le aziende dovranno concedere spazi di contrattazione e soprattutto partecipazione, consapevoli che nel nostro settore l’innovazione sarà fonte di maggiori e più solidi ricavi”.
IL FUTURO DEL SETTORE
Le prospettive del settore sono caratterizzate da alcune incertezze. “Stiamo assistendo – si legge nell’ipotesi di piattaforma – ad un drastico cambiamento di rotta di molte aziende che puntano, strategicamente, alla fidelizzazione del Cliente, spinti dall’annunciato superamento del mercato tutelato, attraverso la fornitura non solo di energia ma anche di servizi legati principalmente alla domotica e all’efficienza energetica. Elementi questi, che seppur a più alto fattore lavoro, incidono sulla permanenza di dette attività all’interno del contratto di Settore. Con l’avvento della digitalizzazione e della cosiddetta Industria 4.0, si prospettano ora nuovi mestieri e, quindi, prospettive di nuovi spazi riservati alla creatività, alle capacità dei Lavoratori, alla programmazione e controllo dei processi e delle funzioni, all’evoluzione dei sistemi di gestione e di sviluppo delle trasformazioni attese. Prospettiva che richiederà oculate politiche di reclutamento, ma anche investimenti nella formazione e nel capitale umano per giungere a determinare, in un processo di miglioramento continuo, una crescita di competenze e di valorizzazione dei meriti coerenti con gli obiettivi. La rete, che in questo contesto diventa sempre più strategica per garantire il pieno utilizzo della generazione diffusa (smart-grid, contatori intelligenti, fibra ottica, domotica) sconta una non adeguata copertura occupazionale e una forte spinta all’Outsourcing di alcune attività che in questo nuovo contesto dovrebbero essere, a maggior ragione, considerate peculiari del Settore elettrico. Ritmi di lavoro, flessibilità negli orari e nelle modalità d’impiego del personale, mobilità territoriale, crescita nelle competenze e nella adattabilità ai continui mutamenti organizzativo-gestionali, troppo spesso generati da mancanza o da ritardati investimenti manutentivi, rappresentano i nuovi paradigmi su cui bisognerà trovare le opportune risposte in termini di tutele”.
OCCUPAZIONE E FORMAZIONE
Spazio ai temi della formazione. “Nel cambio di paradigma sopra descritto – scrivono i sindacati – che vedrà un sempre maggiore cambiamento di direzione delle imprese dai business tradizionali verso la generazione diffusa, l’informatizzazione e la fornitura di servizi alla clientela, la formazione rappresenterà un tema di più spiccata rilevanza rispetto al passato e per questo deve diventare un vero e proprio diritto soggettivo. In questo quadro va rafforzata la partecipazione concreta delle commissioni sulla formazione in ogni singola Azienda, per la pianificazione, anche di medio termine, di piani formativi finalizzati all’aggiornamento continuo e alla riqualificazione del personale, al fine di governare i processi di cambiamento, nell’ottica di una salvaguardia occupazionale, imprescindibile nel Settore. A tali commissioni dovranno essere garantiti tutti gli elementi necessari per poter svolgere un ruolo concretamente partecipativo sul tema dell’occupazione nel suo insieme. A tal fine può essere individuata la figura del delegato alla formazione, al quale attribuire una specifica agibilità sindacale e accrescere le sue competenze attraverso moduli formativi specifici, per tradurre concretamente anche i bisogni formativi segnalati da chi opera quotidianamente nelle imprese elettriche”.
IL MERCATO DEL LAVORO
Occorre valutare, anche alla luce del cosiddetto decreto dignità, la possibilità che il nuovo contratto contenga eventuali migliorie in tema di diritti, al fine di condividere una disciplina complessivamente più garantista e diretta a ridurre la precarietà. È necessario prevedere che il lavoratore abbia il diritto-dovere di disconnettersi dalle reti informative aziendali durante i periodi di riposo in particolare notturno e durante il periodo di ferie, fatti salvi gli obblighi di reperibilità, rintracciabilità e le prestazioni ad esse strettamente connesse. Prevedere peraltro che i tempi di lavoro a distanza attraverso sistemi informativi aziendali sia adeguatamente valutato, riconosciuto e remunerato. Per quanto riguarda la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro si richiede una indicazione chiara, a livello di contratto di settore, relativamente alla stipula, a livello aziendale, di protocolli-accordi utili a favorire un più ampio benessere personale e lavorativo, attraverso l’utilizzo del lavoro agile, del telelavoro, favorendo l’uso di permessi per le varie tipologie di bisogni, richiamando le normative in vigore.
WELFARE
Il Welfare contrattuale ha assunto in questi ultimi anni una dimensione importante nella vita delle imprese e dei lavoratori. Molte risorse sono state indirizzate, negli anni, a questo importante argomento. Il rinnovo contrattuale dovrà prevedere, a partire da un rafforzamento della Previdenza integrativa, di dedicare adeguate risorse a tale tema, consolidando e valorizzando gli Istituti di Settore e aziendali già presenti ed evitando misure in concorrenza con i medesimi istituti. Il processo di unificazione dei Fondi di previdenza complementare, avviato durante la vigenza del contratto in vigore, si ritiene debba proseguire puntando all’unificazione dei Fondi previdenziali della filiera energetica.
LO STUDIO DEL POLITECNICO DI TORINO
I sindacati, nel testo da presentare alle controparti citano uno studio indicativo: “Utilitalia e Elettricità Futura – sottolineano – hanno illustrato nel mese di settembre 2018 un interessante studio commissionato al Politecnico di Torino. Tale studio analizza l’evoluzione delle professionalità necessarie ad accompagnare la rivoluzione digitale nel settore elettrico e interessano tutte le attività: produzione, distribuzione e vendita. Ciò che emerge dalle analisi è che, perlomeno per il settore Elettrico, non si prevedono forti contrazioni numeriche della forza lavoro, tali da mettere in discussione gli strumenti già adottati per gestire le situazioni eccedentarie, quanto piuttosto una necessaria modifica del sistema classificatorio. Questo in virtù del fatto che si prevede un significativo innalzamento delle competenze nelle attività operative e una sempre più solida interazione fra attività tecnica e attività operativa. Un aumento dell’autonomia decisionale e un’organizzazione del lavoro meno verticale, assieme ad una maggiore polivalenza e disponibilità di tutti i soggetti. Le nuove modalità di lavoro e i relativi inquadramenti dei lavoratori coinvolti, sono temi che devono vedere il sindacato coinvolto nelle decisioni”.
LA TRANSIZIONE ENERGETICA
Esiste un interesse condiviso delle parti interessate a rinnovare il Ccnl del settore elettrico, perché i prossimi tre anni di vigenza contrattuale saranno ancora caratterizzati liberalizzazione del sistema elettrico del Paese e la privatizzazione di larga parte delle aziende del settore. “Comunque sia – affermano i sindacati – si può affermare che la situazione, legata alla generazione termica, è sensibilmente più stabile rispetto agli anni passati, ferma restando l’incertezza legata alla transizione energetica, per tempi e modalità, dettati dal servizio elettrico nazionale e dal prossimo Piano energetico che il governo sta redigendo”. Un motivo in più per rinnovare presto e bene il contratto degli “elettrici”.