Facciata formale a cura di Conte e Junker. Portata effettiva e prospettive concrete by Tria e Moscovici. La differenza del vertice di Bruxelles l’ha fatta il ministro dell’Economia in sintonia col presidente della Bce Mario Draghi e con la Banca d’Italia.
Nessuna chiusura: “Il lavoro proseguirà nei prossimi giorni per avvicinare i rispettivi punti di vista e cercare una soluzione di prospettiva”, fa sapere un portavoce della Commissione europea.
E questo visto il fuoco di sbarramento della vigilia da parte leghista e dei 5 Stelle, è già un risultato positivo. “Trovate il modo di incidere sulla riduzione del deficit e la manovra avrà il disco verde”, avrebbero in sostanza chiesto Junker e Moscovici.
Facile a dirsi, complicato a tradurlo in modifiche ai provvedimenti di una legge di bilancio ogni giorno sotto la lente d’ingrandimento di leghisti, grillini e opposizioni.
Tria avrebbe guardato negli occhi Moscovici e probabilmente annuito: “vedremo”. Che può significare: spero di fare in modo che la sostanza sia diversa dall’apparenza.
Cioè, una volta ottenuto l’ok del Parlamento sulla manovra di bilancio pressappoco così com’è, all’inizio del 2019 si potrebbe procedere, un miraggio dopo l’altro, agli inevitabili slittamenti per l’avvio del reddito di cittadinanza e della riforma Fornero. Soprattutto per scongiurare il buco nero che provocherebbe nei conti pensionistici la famigerata quota 100.
Nel presepe politico natalizio insomma l’effettiva portata della manovra e la derubricazione della procedura d’infrazione per l’Italia sembrano affidate ai Re Magi e all’Epifania.