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Russiagate. I nuovi sviluppi tra attacchi, colpi di scena e smentite

L’inchiesta sulle interferenze attribuite a Mosca nella campagna presidenziale Usa del 2016, il cosiddetto Russiagate, vive nuovi momenti di tensione tra attacchi, colpi di scena e smentite.

I TWEET DI TRUMP

Con una serie di tweet, Donald Trump ha di nuovo attaccato frontalmente il procuratore speciale che coordina l’indagine, Robert Mueller. Un’offensiva, quella dell’inquilino della Casa Bianca, che giunge all’indomani delle rivelazioni sull’ex direttore della campagna di Trump, Paul Manafort, accusato di avere mentito all’Fbi. “Mueller e la sua banda di democratici in collera guardano solo da una parte, non dall’altra. Aspettate che venga rivelato in quale orribile e crudele modo trattano la gente, rovinando la vita alla gente che si rifiuta di mentire”, ha scritto il presidente su Twitter, puntando il dito alla “caccia alle streghe che continua” e affermando che Mueller “è fuori controllo e ha fatto un male IMMENSO al nostro sistema giudiziario”.

LE ACCUSE DI MUELLER

Il riferimento è al fatto che proprio ieri Manafort, per cinque mesi direttore della campagna presidenziale di Trump, è stato accusato dal team del procuratore Mueller di avere mentito all’Fbi su diversi argomenti e di aver violato l’accordo di patteggiamento con gli investigatori accettato due mesi fa di collaborare con gli inquirenti.

L’ARTICOLO DEL GUARDIAN

Un’ultimo colpo di scena (ancora tutto da provare) è arrivato oggi da un articolo del britannico Guardian, che scrive che Manafort abbia segretamente incontrato Julian Assange presso l’ambasciata ecuadoriana a Londra, dove il fondatore di WikiLeaks trovò rifugio nel 2012 dopo le accuse di stupro formulate dalla magistratura svedese.

Gli incontri, sostiene la testata (che non ha reso note le fonti alla base del report), avvennero almeno tre volte: nel 2013, nel 2015 e, soprattutto, nella primavera del 2016, lo stesso periodo in cui ricopriva l’incarico per l’attuale presidente americano e in cui l’intelligence avrebbe hackerato le mail della candidata dem alla Casa Bianca Hillary Clinton. Per quella operazione Mueller ha incriminato tredici agenti dell’intelligence di Mosca. Nessuna replica, scrive Associated Press, è giunta per il momento dagli avvocati di Manafort.

Mentre una secca smentita è arrivata sempre via tweet da Wikileaks, che sottolinea che “Manafort non ha mai incontrato Assange” e mette in dubbio la reputazione dello stesso Guardian dopo la pubblicazione di quella che ritiene essere una fake news. Ma, c’è da giurarci secondo i commentatori d’oltreoceano, gli stravolgimenti in questa vicenda sono destinati a continuare.



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