Italia piatta e incapace di crescere. Ancora una volta il Centro studi di Confindustria non fa sconti. “La gran parte degli indicatori congiunturali concordano su un Pil italiano debole nel quarto
trimestre (dopo il -0,1% nel terzo). La produzione industriale è cresciuta appena in ottobre (+0,1%) e a novembre la fiducia delle imprese nel manifatturiero ha continuato a peggiorare, gli ordini non lasciano intravedere miglioramenti”.
Secondo il Centro studi diretto da Andrea Montanino, “l’export italiano di beni e servizi ha registrato un +1,1% nel 3° trimestre, secondo i dati di contabilità nazionale. La crescita acquisita nel 2018 resta bassa (+0,7%), con una performance deludente per i beni (+0,3%), migliore per i servizi (+2,4%). In ottobre, in base ai dati doganali, le vendite extra-Ue hanno segnato un forte rimbalzo (+5,3% mensile) dopo il calo di settembre (-2,8%)”.
Non finisce qui. La domanda interna resta debole perché dopo la flessione sia dei consumi sia degli investimenti nel terzo trimestre, si conferma l’attesa di una dinamica fiacca anche nel quarto. In particolare, le valutazioni sugli ordini interni dei produttori di beni di consumo e di beni strumentali sono meno favorevoli, le vendite al dettaglio sono sostanzialmente piatte negli ultimi mesi, le immatricolazioni tendenzialmente in flessione.
Inoltre, la riduzione della ricchezza finanziaria delle famiglie, a causa della discesa dei prezzi delle attività, potrebbe accentuare la già cresciuta prudenza nella spesa; ma il greggio meno caro aiuta.
Ultimi due capitoli, occupazione e mercati. La prima è ferma visto che la ripresa occupazionale si è arrestata da giugno: in ottobre il numero disoccupati è rimasto fermo, dopo -0,2% nel terzo trimestre. Potrebbe trattarsi di una pausa temporanea, come se ne sono registrate negli scorsi anni, ma l’indebolimento dell’attività fa temere un’interruzione del trend.
E i mercati? Aspettano, dice Confindustria. A inizio dicembre il rendimento del Btp decennale si è attestato al 3,14% medio, dal 3,41% di novembre. Lo spread sul Bund è a 288 punti (da 302). Gli investitori attendono il definirsi delle misure nella legge di Bilancio e del confronto con la Ue sui saldi di finanza pubblica. Con il Btp più alto, le indagini hanno già mostrato un più stretto accesso al credito nel terzo trimestre e tale trend potrebbe proseguire nel quarto.