Cosa si nasconde dietro la battaglia tedesca sul tema dell’aborto? C’è la possibilità che le schermaglie in vista delle elezioni politiche del 2021 possano intrecciarsi con l’esigenza di Annegret Kramp-Karrenbauer di organizzare un’attenzione allo zoccolo conservatore della Cdu e di puntare alla poltrona di Merkel?
E come dialogare con i pezzi liberali – industriali che guardavano a Merz come nuovo interlocutore? Nel mezzo il rischio rappresentato da decisioni in bilico, nella consapevolezza che sbagliare ancora significherebbe per Akk consegnare altri voti a Verdi e Afd.
CDU
“Proteggere la vita non ancora nata”. Questa la risposta di Akk alla proposta di compromesso del governo federale sulla pubblicità che vieta l’aborto. La mossa, di chiara matrice conservatrice, porta in grembo una serie di valutazioni, tanto tattiche quanto politiche. Seda un lato Akk recupera così il versante più conservatore, dall’altro scontenta quello più liberale-industriale che ha votato Merz, interessato nelle ultime ore a chiedere un incontro diretto a Akk per mettere a punto i temi dirimenti di politica industriale (c’è in ballo, tra l’altro, la delicata questione del diesel gate).
Si avvicina così il vertice della Cdu del prossimo 11 gennaio con una serie di fronti aperti.
L’obiettivo del 2021 è stato cerchiato in rosso, non solo dal nuovo staff di Akk ma finanche dall’attuale cancelliera: qualche sera fa Angela Merkel è stata in visita alla Konrad Adenauer House per il commiato (“Dopo diciotto anni e mezzo, è normale che il bambino se ne vada”, ha detto col sorriso), sottolineando anche nei modi che è lei ad aver deciso per il passo indietro e non “è stata pensionata”.
Un passaggio psicologico fondamentale per comprendere gli interstizi in cui si sta muovendo la Cancelliera e i pertugi in cui i suoi consiglieri si stanno infilando per orientare il nuovo corso di Akk. Qualcuno fa circolare l’ipotesi che potrebbe essere la stessa Merkel ad avvallare una “staffetta” nel 2020.
NUOVO CORSO?
Al momento gli elettori della Cdu si dicono certi che il partito sia fortemente diviso su importanti temi politici: secondo il sondaggio “Politbarometer” arrivano al 60%. Inoltre il 12% si aspetta una maggiore insoddisfazione dal nuovo corso. In termini di reputazione, Akk è riuscita a guadagnare lo 0,3% punti.
Il motivo di questo lento ma, secondo alcuni, costante progresso lo ha spiegato il membro del Bundestag Armin Schuster: “Lei ha il ciò che è importante, è politicamente equilibrata anche nelle questioni interne di un naturalmente pensiero conservatore”. Aggiungendo che solo Friedrich Merz lo ha deluso. In scia ecco l’analisi dell’ex leader di sinistra Gregor Gysi secondo cui forse Kramp-Karrenbauer può fare qualcosa per la Germania dell’Est che Merkel non ha mai osato fare, puntando il dito sul fatto che ormai Merkel non potrà essere più “foglia di fico” e quindi Akk dovrà davvero tenere conto delle preoccupazioni particolari dei nuovi Länder.
Aggiungendo, con un pizzico di preoccupazione, che la mancanza di una testa proveniente dall’est della Germania nello staff di Akk “è un mutuo pesante “.
SCENARI
Ma ben prima delle elezioni del 2021 ecco uno scoglio, altamente significativo, sulla strada della Cdu e della nuova leader. Qualora l’alleato nella GroKo, la Spd, dovesse crollare, come si comporterebbe il partito guidato da Akk?
Secondo alcune indiscrezioni parlamentari la Cdu starebbe preparando un piano di emergenza, che prevede ancora la fisiologica alleanza con la Csu, ma con una porta aperta lasciata ai Verdi o ai liberali di Fdp. Questi ultimi hanno maturato una posizione poco attendista e si sono preoccupati di farla notiziare direttamente ai vertici della Cdu: sarebbero inclini, in caso di crisi, a chiedere un passo indietro alla Cancelliera Merkel, proponendo al suo posto Akk.
In quel caso che fine faranno i voti di Merz? Numerosi sono gli esponenti della finanza, della politica e del mondo delle imprese che lo vorrebbero “dentro” la cabina di regia del prossimo governo (che sarebbe il primo senza Merkel cancelliere e senza Merkel capo della Cdu).
Il 63enne sconfitto all’assemblea di Amburgo pare non abbia preso bene il ko e sta mettendo a punto una sorta di offerta ad Akk per il futuro, quindi con vista al 2020.
Non è stata digerita la nomina di Paul Ziemiak come segretario generale, per cui la base che per il 48% ha votato Merz chiede che lo stesso secondo classificato e Carsten Linnemann siano presenti con incarichi di primo piano nel nuovo governo federale. Contribuendo ad ingrassare le fila di colori che sono certi di un rimpasto o comunque di un considerevole cambiamento al governo nel breve-medio periodo.
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