La contesa globale – commerciale, tecnologica (e di sicurezza) – tra Washington e Pechino non si arresta. Così il presidente Donald Trump potrebbe presto emanare un nuovo ordine esecutivo per impedire alle aziende statunitensi, dal prossimo anno, di utilizzare le attrezzature dei gruppi cinesi Huawei e Zte.
L’INDISCREZIONE
Trump – riporta Reuters – potrebbe bloccare i due gruppi cinesi appellandosi all’International Emergency Economic Powers Act, una legge che dà al presidente l’autorità di regolare il commercio in risposta a una “emergenza nazionale” che minaccia gli Stati Uniti. L’ordine esecutivo, che l’amministrazione starebbe valutando da oltre otto mesi, potrebbe essere emesso anche a gennaio e probabilmente non dovrebbe chiamare in causa direttamente la Huawei e Zte, ma secondo le fonti potrebbe essere interpretato dai funzionari del Dipartimento del Commercio americano come il via libera per limitare la diffusione nel Paese di apparecchiature prodotte da queste due società.
LA REPLICA DI PECHINO
All’indiscrezione della stampa, la Cina ha risposto dicendo che “un certo Paese” dovrebbe presentare prove per giustificare le sue preoccupazioni; secondo Washington, i due principali gruppi cinesi di attrezzature di rete lavorano per conto di Pechino, che li sfrutterebbe per operazioni di spionaggio.
IL CASO MENG WANZHOU
Meng Wanzhou, la direttrice finanziaria di Huawei, intanto, resta libera su cauzione in Canada, Paese che deve decidere se accogliere la richiesta di estradizione degli Stati Uniti. Se estradata, la numero 2 del colosso cinese (e figlia del potente fondatore) dovrebbe rispondere delle accuse di frode bancaria e violazione delle sanzioni statunitensi contro l’Iran.
I TIMORI DI WASHIGTON
Lo scorso mese, il Wall Street Journal ha scritto che Washington avrebbe dato inizio a una vasta
campagna di pressione nei Paesi alleati, tra cui l’Italia, per cercare di persuadere gli operatori di reti wireless e i provider internet a non utilizzare le componenti fabbricate da Huawei. I funzionari di Washington avrebbero parlato con le controparti governative e i manager delle società di telecomunicazioni nei Paesi amici dove la tecnologia di Huawei è già usata, per avvertire dei rischi potenziali alla sicurezza cibernetica. Le agenzie di intelligence statunitensi sarebbero preoccupate dalla possibile interferenza del governo cinese o del partito comunista, che potrebbero usare Huawei e altre società cinesi presenti all’estero per le loro operazioni di spionaggio (secondo Washington la Cina avrebbe più volte violato l’accordo siglato nel 2015 da Xi Jinping con Barack Obama per fermare il cyber spionaggio attribuito dagli Usa a Pechino ai danni di imprese e istituzioni americane).
COME SI MUOVE HUAWEI
Huawei è il secondo produttore al mondo di smartphone, alle spalle di Samsung, ed è leader mondiale delle apparecchiature per le telecomunicazioni, come l’hardware delle torri cellulari. A
gennaio, AT&T è stata convinta a rinunciare a vendere negli Stati Uniti i telefoni Huawei, viste le preoccupazioni delle autorità. E non è il solo deal fermato dall’attuale amministrazione Usa per timori per la sicurezza nazionale.
LA STRETTA SUI COLOSSI CINESI
L’amministrazione Trump ha poi rafforzato la stretta su Huawei e altre società cinesi. A maggio, per esempio, il Pentagono ha deciso di vietare la vendita di telefoni prodotti dalla società fondata dal padre di Meng nei negozi presenti nelle sue basi militari in tutto il mondo, citando potenziali minacce alla sicurezza nazionale. Ad agosto, il presidente Trump ha firmato una legge che impedisce agli operatori statunitensi che usano tecnologia cinese di ottenere contratti dal governo federale. Ma altre misure potrebbero essere in arrivo.