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L’Ucraina estende i suoi confini sul Mar Nero. Cosa cambia

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Ieri, il presidente ucraino, Petro Poroshenko, ha firmato una legge votata dal Parlamento già il 6 dicembre, per estendere il controllo marittimo sul Mar Nero. La Verchovna Rada l’aveva promossa come rapida risposta legislativa a un incidente di guerra successo nello spicchio semichiuso nell’angolo nord-est del Ma Nero, il Mar d’Azov. Là dove il bacino si strozza, sullo stretto di Kerč, battelli russi avevano attaccato tre imbarcazioni militari ucraine che si stavano muovendo da Odessa a Mariupol. Spetsnaz russe, unità speciali della Marina, avevano assaltato le navi ucraine, sequestrandole e mettendo tutti e 24 i componenti degli equipaggi sotto arresto — nei giorni scorsi, i leader di Francia e Germania hanno fatto pressioni affinché la Russia rilasci i marinai ucraini (che sono in carcere in Crimea).

Venerdì della questione hanno discusso il presidente russo, Vladimir Putin, e la cancelliere tedesca, Angela Merkel. Nel colloquio telefonico, secondo il Cremlino, Putin avrebbe spiegato che “i marinai sono sotto inchiesta” per questo detenuti (la Russia li accusa di aver compiuto una missione di spionaggio e provocatoria) e rassicurato che “tutto ciò che accade loro si svolge in conformità con le leggi russe” — Mosca ha preso in considerazione le richieste franco-tedesche, ma per questo “non può ignorare” le sue regole, dice il portavoce della presidenza russa.

Lo scontro avvenuto il 25 novembre ha un grosso valore, perché per la prima volta dall’inizio delle ostilità nel 2014 i russi hanno agito contro le forze armate ucraine a insegne alzate, e senza il coinvolgimento di gruppi paramilitari; ossia diversamente da quello che sta avvenendo nel Donbass o dai soldati fantasma come i Little Green Men che invasero la Crimea. La gravità dei fatti ha già portato Kiev a prendere provvedimenti speciali, come l’istituzione della legge marziale, decaduta da qualche giorno fa.

La legge firmata ieri in Ucraina serve invece per aumentare il controllo sul mare, che rappresenta l’intero confine meridionale ucraino. Il governo di Kiev fa sapere che il provvedimento omologa la legislatura del Paese con quella degli altri Stati che si affacciano sul Mar Nero e la armonizza con la Convenzione delle Nazioni Unite del 1982 sul diritto del mare.

Dal punto di vista tecnico permetterà alla Guardia di frontiera di fermare, ispezionare e sequestrare navi, e di mettere in arresto i membri d’equipaggio, con un perimetro che va fino alle 24 miglia marine (44,4 chilometri) dalla linea di base da cui si misura l’ampiezza del mare territoriale, che a sua volta si estende per 12 miglia marine (22,2 chilometri) dalla costa. La legge non si applica a navi militari, ma sotto l’aspetto politico è una scelta con cui bilanciare le prove di forza con cui i russi chiudono lo stretto di Kerč e impediscono alle imbarcazioni civili di partire dall’Ucraina e raggiungere o uscire dal Mar d’Azov, dove si trova l’importante porto commerciale di Mariupol.

 

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