Vecchia storia, che continua a stressare e a dividere la maggior parte degli italiani per le vocianti, prorompenti, quanto inutili battaglie del leghista Salvini sul fenomeno migratorio che coinvolge il nostro Paese. Sono finalmente scesi a terra a Malta i richiedenti asilo della Sea Watch, grazie all’intervento del presidente Conte, ma l’esponente leghista contrario all’operazione chiede conto e ragione al suo governo per l’azione portata a termine dal premier. Salvini non valuta che quando si è in dissenso con le decisioni della collegialità del governo c’è la strada delle dimissioni, sempre percorribile. Non c’è niente da fare, come in passato con Bossi anche oggi con Salvini si dà spettacolo e si mette in scena l’egoismo arrogante e pericoloso della Lega.
Lo conferma il padano Maroni che, in una intervista rilasciata a Libero, giornale notoriamente antimeridionalista e antimmigrazione, molto vicino alle posizioni politiche dei lumbard, sostiene in modo offensivo che i meridionali contestano l’autonomia finanziaria di Lombardia e Veneto perché non vogliono staccarsi dalla mammella. Invece, lui e i suoi compagni gradiscono di rimanerci attaccati a vita a tutti i capezzoli della mammella, a danno degli italiani delle altre regioni. Abbiamo già avuto prova di quante risorse siano stati capaci di sottrarre agli italiani per le loro azioni perverse: quote latte, falso federalismo fiscale, trasferimento di ministeri da Roma alla Lombardia, soldi scomparsi del finanziamento ai partiti, per non dire di affari oscuri con banche del Nord, gli scandali che hanno coinvolto Bossi e la sua famiglia. La storia non può essere dimenticata.
E allora che Salvini viene a raccattare voti al sud bluffando e prendendo in giro alcuni meridionali, cambiando semplicemente l’etichetta sulla bottiglia non è credibile, è farsesco, perché è la stessa Lega di Bossi, Borghezio, Calderoli, Zaia e Maroni, che reclamano l’autonomia finanziaria delle loro regioni. Le affermazioni, quindi, di Maroni sono a dir poco inammissibili. Non è il caso di ricordare a questo signore della politica padana la storia d’Italia perché forse si sentirebbe a disagio, è giusto invece lottare con tutte le armi contro queste minoranze intolleranti, perché il prestigio del Paese torni ad essere apprezzato in campo europeo e internazionale. In un mondo globalizzato, senza confini, chiudersi dentro il proprio recinto significa non aver capito niente del tempo che viviamo. La regressione culturale che guida queste forze politiche, limitate e localistiche, senza alcuna idea di Paese, che pensano a contare solo soldi non può imporre i suoi disegni al resto degli italiani, sempre che sia possibile. Non a caso più esperti sostengono che l’autonomia finanziaria è materia costituzionale, quindi, potrebbe essere oggetto di referendum popolare nazionale.
I cattolici soprattutto, figli della Chiesa universale, seguendo il messaggio di Papa Francesco, che li ha sollecitati a impegnarsi per la buona politica, si attivino come seppero fare in passato per ricucire le varie realtà italiane, visto anche il profondo letargo in cui sono sprofondate le forze politiche di opposizione.
Contro il disegno farneticante della secessione strisciante perseguito da sempre dalla Lega Nord Padania di cui Salvini è il capo, le forze politiche democratiche si mobilitino, con un unico fine: salvaguardare l’unità nazionale. Ad ogni costo.