“O qualcuno inizia a dire qualcosa di diverso oppure la gente dirà: ma vogliono tutti la stessa cosa!”. Un commento deciso, quello di Paolo Becchi, raggiunto telefonicamente da Formiche.net dopo quella che è, di fatto, l’apertura della campagna elettorale per le elezioni europee di maggio del Movimento 5 Stelle. Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, infatti, sono partiti ieri alla volta di Strasburgo, arrivando nel pomeriggio nella città francese. In una diretta Facebook, davanti all’Europarlamento, hanno annunciato da una parte l’avvio di un’alleanza di forze né di destra né di sinistra per la consultazione di maggio prossimo, dall’altra hanno definito “uno spreco e una marchetta ai francesi” la doppia sede del Parlamento europeo di Strasburgo, suscitando la reazione della Francia, che ha risposto attraverso la ministra per gli Affari Europei, Nathalie Loiseau: “Chiudere europarlamento di Strasburgo? Dichiarazione di guerra alla democrazia”.
Professore, Di Battista e Di Maio sostengono che la sede del Parlamento di Strasburgo vada chiusa, scatenando una reazione dalla Francia. Provocazione o vero e proprio punto programmatico?
Questa è una cosa che è risaputa da tempo, che il Parlamento abbia due sedi e che questo serva a sprecare un sacco di soldi non è una scoperta Di Maio, tantomeno che sia stata messa a Strasburgo proprio per fare un favore alla Francia. È altrettanto chiaro che il Movimento 5 Stelle ha bisogno di inventare qualcosa di concreto per le prossime elezioni europee. Parlare soltanto di democrazia diretta non cattura, mentre fare il discorso della diminuzione delle spese, e questa situazione è abbastanza realistica perché non ha senso lo spostamento continuo di sedi, una riunione al mese del Parlamento deve essere effettuata a Strasburgo per far piacere alla Francia, è un tema che può agganciare consensi. Anche io devo fare una conferenza di presentazione del mio libro al Parlamento europeo tra febbraio e marzo e hanno deciso che si terrà alla sede di Strasburgo, ma non ha molto senso. Questo è uno dei punti su cui il Movimento 5 Stelle può tentare di insistere per differenziare il suo programma.
Perché?
Perché le elezioni del 2014 ce le ricordiamo tutti, erano caratterizzate dal referendum sull’Euro, la lotta per un’altra Unione europea, mentre adesso questi son diventati tutti europeisti e bisogna che si differenzino.
Tutti i partiti vogliono la stessa cosa, compresi M5S e Lega?
Il Pd vuole riformare i trattati, Forza Italia vuole riformare i trattati, il Movimento 5 Stelle vuole riformare i trattati, la Lega vuole riformare i trattati. O qualcuno inizia a dire qualcosa di diverso oppure la gente dirà: “Ma vogliono tutti la stessa cosa!”.
Una scelta di campagna elettorale, allora.
Ma sì, serve a dire che in un programma molto concreto c’è anche questa battaglia sulla sede del Parlamento europeo, dicendo che una è più che sufficiente. È un tema, questo della sede del Parlamento europeo, di facile comprensione, difficilissima da criticare. Io l’ho sostenuta decine di volte rimanendo inascoltato, chiaramente se lo dice Di Maio ha un’altra portata. Mi sembra del tutto ovvio che la campagna elettorale delle europee è già cominciata e bisogna iniziare ad attrezzarsi. Il Movimento 5 Stelle, devo dire, sta cercando di farlo prima degli altri.
Anche prima della Lega…
Impostare tutta la prossima campagna sull’immigrazione, sui terroristi, credo che non sia una cosa molto produttiva per Salvini. Credo che la Lega dovrà dotarsi, prima o poi, di un programma e non semplicemente di dire “rivedremo i trattati”, perché questo lo stanno dicendo tutti da tanto tempo. Anche Merkel oggi vuole rivedere i trattati… Nel 2014 la Lega voleva uscire dall’euro, il Movimento 5 Stelle voleva fare un referendum sempre per uscire dall’euro. Erano parole forti e c’era dall’altra parte chi diceva “più Europa”, e poi con 80 euro dati agli italiani abbiamo visto chi ha vinto. Ma il dato saliente è un altro.
Quale?
È che Di Maio può dire tutto quello che vuole, ma se non riesce a far partire il reddito di cittadinanza prima delle elezioni europee può sognarsi di vincerle. Voglio dire, devono cercare di fare qualcosa anche sul piano interno per avere un voto rilevante alle europee.
Il Movimento punta anche su reddito di cittadinanza europeo, democrazia diretta e nuove alleanze…
Sì, il Movimento si sta già muovendo per intavolare nuove alleanze e questo sarà interessante perché si vota col sistema proporzionale con lo sbarramento al 4% e con sovranisti e populisti in ascesa bisognerà capire chi avrà la maggioranza. Sicuramente socialisti e popolari, a mio giudizio, non raggiungeranno la maggioranza, ma non si sa quali gruppi emergeranno, se quelli vicini al Movimento 5 Stelle oppure i sovranisti che hanno natura identitaria. Queste elezioni europee possono rappresentare qualcosa di nuovo, ma possono rappresentare anche il caos.
Il Corriere oggi ha parlato della possibile candidatura di Di Battista alle europee. Lei come la vede?
La mia impressione è che Di Battista farà una campagna elettorale molto intensa per aiutare Di Maio. Chi vede nei due un antagonismo o una contraddizione sbaglia completamente, perché sono perfettamente uniti nello stesso scopo. Di Battista cercherà di portare a Di Maio tutto il suo aiuto in vista delle prossime elezioni di maggio, perché sa che se perde viene rimessa in discussione la leadership complessiva del Movimento.
Le europee saranno anche una test di prova sui consensi per le forze di governo…
Prima delle europee ci saranno le regionali in Abruzzo e Sardegna. Il primo test per vedere la tenuta dei partiti saranno queste due consultazioni. Certo, il test più significativo saranno le europee, ma in parte anche le regionali daranno un primo indice di gradimento dei cittadini verso l’operato delle forze di governo e di opposizione. Al momento ci sono solo sondaggi, ma io credo che la Lega avrà un ottimo risultato, si tratterà di vedere quanto tiene Forza Italia e quanto il Pd. Non credo che il governo, complessivamente, sarà bocciato alle consultazione regionali, ma i risultati complessivi si potranno vedere alle europee. A quel punto se il Movimento 5 Stelle dovesse avere una percentuale inferiore a quella di marzo, un regolamento dei conti all’interno del Movimento ci sarà.
Invece cosa pensa delle ultime uscite di Grillo. A Oxford è stato molto contestato…
Quello è del tutto irrilevante. Grillo è tutto pancia e con la pancia ha capito che il Movimento 5 Stelle rischia di essere fagocitato dalla Lega. Grillo ha paura che il risultato delle europee sarà nettamente favorevole alla Lega e sta facendo di tutto per far capire che in questo governo chi sta traendo maggiore vantaggio è Matteo Salvini e non di Maio. Grillo ne ha paura ed è in attesa, ha lanciato alcuni segnali moto chiari nei confronti di Salvini, con il quale i rapporti non sono mai stati buoni. Grillo non l’ha mai potuto sopportare. Ma dirò di più.
Prego.
Grillo si rende conto che la sua creatura può andare incontro a diverse difficoltà e cerca di preparare il terreno nel caso le cose dovessero andare male. Teniamo presente che Di Maio è stato lanciato da Grillo, c’è stata una votazione in rete che ha fatto sì che fosse nominato lui capo politico del Movimento, ma Grillo può sempre in quanto garante, dire: “Rifacciamo le votazioni, torniamo alla democrazia diretta”. Di Maio sta parlando di democrazia diretta ma non l’ha mai più applicata al Movimento 5 Stelle e Grillo potrebbe sempre frenare e dire “noi ti abbiamo dato questa leadership, ma mica per giocartela in eterno”. Se le cose non andranno bene si può sempre cambiare.
A quel punto sarebbe il turno di Di Battista?
Ma no, io non credo. Di Battista non ha le capacità né le qualità. Semmai Fico, e il gruppo che sta dietro al presidente della Camera. Di Battista è un prodotto creato in vitro da Gianroberto Casaleggio. È un ottimo attore, ma non ha nessuna idea, i giornalisti lo sopravvalutano dal punto di vista intellettuale, ma non ha alcuna capacità se non quella di fare benissimo l’attore, ed è quello che gli ha chiesto di fare Di Maio per le europee. E lui lo farà.