Ieri sera Peter Carr, un portavoce del magistrato speciale che sta conducendo il Russiagate (che si chiama Robert Mueller), ha contestato le ultime, bombastiche notizie uscite sull’indagine. Secondo due funzionari che hanno fatto da fonti a un articolo di BuzzFeed News uscito giovedì, il presidente Donald Trump avrebbe chiesto nel settembre 2017 al suo ex avvocato e collaboratore Michael Cohen di mentire durante un’audizione al Senato in cui gli veniva chiesto di raccontare il ruolo di Trump nel procedere del progetto su un grattacielo da realizzare a Mosca. Per l’articolo, Trump voleva — tramite Cohen — nascondere i contatti avuto con funzionari governativi russi per sbloccare la Trump Tower Moscow, perché quei contatti sarebbero potuti diventare compromettenti nell’ambito del Russiagate.
Carr, per conto di Mueller, ha detto che quanto riportato dall’articolo di BuzzFeed è “not accurate”, non accurato. È la prima volta in due anni di indagine che il team di Mueller esce pubblicamente per smentire una notizia, e in questo lasso di tempo ne sono circolate tante. La smentita ufficiale ha un valore senza precedenti anche perché l’accusa che aleggiava dopo le rivelazioni era pesantissima: il presidente poteva aver intralciato le indagini, e dunque si apriva le porte per questioni grossissime tipo l’impeachment, come suggeriva l’ex attorney general democratico Eric Holder.
“La descrizione di BuzzFeed News di specifiche dichiarazioni rese all’ufficio dello special counsel, e la descrizione di documenti e testimonianze ottenute dall’ufficio riguardo alla deposizione di Michael Cohen al Congresso, non sono accurate”, ha detto Carr venerdì sera, a meno di ventiquattro ore dall’uscita della notizia. Il direttore del sito, Ben Smith, ha replicato chiedendo al team di Mueller di “chiarire cosa sta contestando”, confermando la bontà dello scoop.
Di solito, quando escono bombe del genere gli altri grandi media americani raccolgono rapidamente conferme e allargano le informazioni attraverso le proprie fonti (che a quel punto, con la cosa più o meno pubblica, si sentono legittimate a parlare). Ma stavolta non era successo, anzi il New York Times aveva saputo da una persona “vicina all’indagine” che Mueller non aveva a disposizioni prove simili a quelle riportate da BuzzFeed. Anche la Casa Bianca, tramite Sarah Huckabee Sanders, aveva detto che la notizia era “categoricamente falsa”, com’è ovvio d’altronde.Trump ha rincarato la dose dicendo oggi su Twitter che giovedì è stato di “un giorno molto triste per il giornalismo”.