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Caro libri? Una pendrive meglio dell’antitrust

Immancabile l’appuntamento con l’aumento dei libri scolastici. Quest’anno prova a metterci una pezza un’indagine dell’Autorità antitrust. Non a fine anno scolastico, ma adesso, quando tutti i libri sono stati già acquistati, in molti casi con enormi sacrifici da parte delle famiglie che hanno più di un figlio in età scolare. Meglio tardi che mai. Peccato che il dramma dei prezzi dei libri scolastici che lievitano di anno in anno potrebbe essere risolto concretamente e in tempi non biblici. L’antitrust, infatti, rischia di non aggiungere nulla di nuovo a quello che già in tanti sospettano, ossia che esiste un vero e proprio cartello tra editori per garantirsi entrate sempre più alte con prezzi assolutamente non competitivi tra loro. L’idea di Formiche punta ad andare oltre l’inchiesta dell’Autorithy puntando al nocciolo della questione. Se è vero che il Governo è molto attento al tema dell’innovazione tecnologica, si potrebbe realizzare un programma di informatizzazione degli istituti scolastici con l’effetto, fra gli altri, di consentire la possibilità di concentrare in una pendrive i libri di testo. Si tratterebbe di fare prima una sperimentazione e poi estendere questa pratica all’intero sistema della scuola italiana. Le spese degli editori per la stampa si ridurrebbero notevolmente, i loro profitti continuerebbero ad esserci ed i ragazzi non sarebbero costretti a portare sulle spalle carichi assurdi di carta. Può sembrare utopia, ma con un po’ di buona volontà (e di fantasia) il problema caro-libri è superabile. Basta volerlo e, soprattutto, provarci davvero.

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