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Salvini, Di Maio e l’Europa. Gli imputati del caso Diciotti secondo Cacciari

Sinistra e destra, stampa e tv, l’Europa “sorda, muta e miope” e gli egoismi nazionali. Massimo Cacciari non salva nessuno dal banco degli imputati nel processo sulla gestione dell’immigrazione targata Ue. Ognuno ha le sue colpe, dice il filosofo e saggista a Formiche.net, ma nessuno se le prende. Perfino il vicepremier Matteo Salvini, che aveva sfidato apertamente la magistratura, ora tira il freno a mano sull’autorizzazione a procedere per il caso Diciotti, oggi all’esame della giunta per le autorizzazioni al Senato. I Cinque Stelle, spiazzati, tentennano: “Se continuano ad essere succubi di Salvini saranno massacrati alle europee”.

Cosa significa il dietrofront di Salvini sull’autorizzazione a procedere?

Salvini si è reso conto che rischiare una rottura con i Cinque Stelle su un voto che lo riguardava personalmente avrebbe messo in serio pericolo l’intero governo, è del tutto logico che abbia fatto marcia indietro. Vediamo se adesso il Movimento, che è sempre stato favorevole a dare l’autorizzazione, mostrerà un minimo di coerenza o tornerà indietro ancora una volta.

Sembrerebbe che ci abbiano ripensato…

Ormai ci hanno abituati alle retromarce, se i pentastellati continuano ad essere così succubi di Salvini saranno massacrati alle europee, spianando la strada ahimé a una schiacciante vittoria dei sovranisti.

L’exploit dei sovranisti alle europee non è così sicuro, stando ai sondaggisti.

Questo è certo. La stampa li ha gonfiati e continua a gonfiarli e dovrebbe fare una seria riflessione autocritica sul ruolo che ha avuto negli ultimi trent’anni. Da Tangentopoli in poi non ha fatto che cavalcare l’ondata che ha portato oggi al governo Lega e Cinque Stelle. Ha usato il suo potere a tutto favore dello sfascio, è stata il riflesso dello sfascio, e così facendo ha tirato la volata ai Di Maio e Salvini.

Torniamo al caso Diciotti. Sul banco degli imputati deve sedere tutto il governo?

Quella è stata una vergogna europea, è la dimostrazione della catastrofe morale in cui versa l’Europa, per questo non me la sento di gettare la croce solo su Salvini.

Oggi ci risiamo con il braccio di ferro sulla Sea Watch. Tenere i 47 migranti in mare serve davvero a mandare un messaggio all’Ue?

È inutile mandare un messaggio se manca il destinatario. A chi lo mandi il messaggio, a un polacco, un olandese, un ceco, un austriaco? Questa è un’Europa di sordi, muti e miopi nei confronti delle grandi trasformazioni mondiali, delle crescenti disuguaglianze, dei processi di esodo, dei cambiamenti climatici. Fenomeni impossibili da frenare se non con politiche di ampio respiro dei Paesi occidentali, altro che ricatti e bracci di ferro.

Intanto i dem fanno la staffetta democratica…

Fanno la staffetta perché non sanno fare altro. Finché non ci sarà un segretario con cui prendersela sarà impossibile anche solo rivolgere un messaggio al Pd. Se mai ci sarà un processo di ricostruzione di quel partito sarà lungo e difficile, oggi è un’anfora rotta. Speriamo venga fuori una persona capace al prossimo congresso, anche se temo che marzo sia già troppo tardi.

Poi c’è Calenda, che punta sul brand Europa per sfidare i sovranisti alle europee. Può funzionare?

Va bene puntare sull’Europa purché si parli di un’Europa nuova e non di quella attuale. Solo così il brand può funzionare alle europee: spiegando che c’è bisogno di un’Europa con una nuova politica mediterranea, una politica per l’Africa e per gestire, non tamponare, il fenomeno dell’immigrazione. Temo che siamo ancora distanti anni luce, le macerie del progetto europeo sono ancora troppo ingombranti e soffocanti.



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