Si è tenuta questa mattina, presso la Sala della Lupa a Montecitorio, alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, si è tenuta l’iniziativa Giuseppe Tatarella 8.2.1999 – 8.2.2019, organizzata in occasione del ventennale della scomparsa. Sono intervenuti, dopo l’introduzione del presidente della Fondazione Alleanza Nazionale, Giuseppe Valentino, Gianni Letta, Roberto Maroni e Luciano Violante.
“Era affabile”, ha spiegato Letta, “ma anche astuto. Gli piaceva la definizione di Renard, la volpe, che gli aveva dato il quotidiano Le Monde. Un ricordo suggestivo e per certi versi toccante: chi non l’ha visto giocare a carte? Le sue partite erano proverbiali. Al tavolino del bar Cenzino giocava a carte con tutti, con quella capacità di costruire essere parte integrante della comunità”. Un giorno, ricorda Letta, “Pinuccio mi disse: Mi hanno stufato, io non sono il ministro dell’Armonia, io sono il leader del partito dell’Armonia. Lo affermava come programma di natura politica. Aveva fatto dell’Armonia una linea politica ma anche una scelta di vita, coerente con la sua natura. In un mondo avvelenato e diviso, Pinuccio Tatarella lavorava per unire alla ricerca della concordia operosa, senza perdere mai di vista i valori che amava”.
“Lo ricordo im una manifestazione assolutamente solitaria, davanti alla chiesa di San Ferdinando, nella via più importante della città, era da solo. Manifestava non ricordo contro quale dirigente dell’epoca. Allora c’erano nel Fuan personaggi di una certa aggressività. Lui non si riconosceva mai in questi. La sua attitudine a parlare con gli altri faceva parte del suo modo di vedere le cose, non era stata costruita a posteriori”, ha raccontato Violante.
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